14/07/2022 21:16
Checchè se ne possa dire il futsal italiano non gode di buona salute. Paradossale, visto che questa stagione si dovrebbe registrare l’ennesimo record di squadre iscritte ai campionati nazionali, ma i dati snocciolati dalla FIGC vanno esattamente in questa direzione. E quando diciamo "futsal italiano" intendiamo chiaramente tutto il movimento nazionale, attività regionale compresa.
I dati pubblicati dalla FIGC costituiscono un raffronto tra la situazione pre-pandemica, riferita alla stagione 2018/2019, e quella post-pandemica, ossia la stagione 2020/2021. E quello che balza immediatamente agli occhi sono le “frecce rosse” che indicano una decrescita dei tesserati per certi versi clamorosa. Certo, tra le cause va individuata sicuramente quella legata al Covid-19, che ha fatto sentire i suoi effetti particolarmente sui numeri del Settore Giovanile e Scolastico, crollati di un terzo.
Numeri che parlano chiaro e che fanno sentire i propri effetti proprio sul futsal, tanto maschile quanto femminile. In campo maschile si è passati dai 33.969 tesserati della stagione 2018/2019 ai 28.052 della stagione 2020-2021, tra l’altro ancora sotto l’effetto dell’emergenza pandemica, con una diminuzione di tesserati pari dunque al 17,4%. Situazione ancora più preoccupante nel settore femminile, dove la decrescita del numero delle tesserate è stata pari al 26,6%, passando da 4.248 a 3.120 atlete.
Numeri che lasciano riflettere anche se in realtà, il balzo negativo non sorprende. La pandemia ha comportato non solo incertezze sul piano sanitario ma anche economiche e, soprattutto, non è stato semplice continuare l'attività sportiva a livello agonistico con gli impianti chiusi per lungo tempo. Non a caso una diminuzione dei propri tesserati l'ha dovuta infatti registrare anche il calcio a undici maschile, con un calo tra il 2018/2019 e il 2020/2021 del 5,8%.
La cosa che sorprende è che nessuno ha avuto l’attenzione di riflettere sui dati pubblicati dalla FIGC. Nello specifico del calcio a 5, davanti a un crollo di tesserati, che avrebbe dovuto suggerire l’attuazione di iniziative che incentivassero nuove affiliazioni tornando ad alimentare la partecipazione alle competizioni di nuovi tesserati, si è preferito intraprendere il percorso della riforma (con gli effetti che tutti conosciamo) piuttosto che tamponare le importanti perdite “umane” registrate tra il 2018 e il 2021.
Questo offre una spiegazione convincente al fenomeno della migrazione di tanti giocatori verso l’attività organizzata dagli enti di promozione sportiva, che permette di coniugare con maggior facilità l’aspetto ludico a quello della semplificazione delle regole del gioco, evitando così di dover passare attraverso i vincolanti obblighi del tesseramento federale. Ne consegue che il rischio concreto è quello di restare impantanati in una situazione di decrescita - nella migliore delle ipotesi di stallo - del numero di tesserati, con palesi difficoltà a invertire la tendenza se non verranno adottati gli strumenti idonei a frenare il sensibile calo dei numeri, sia maschili che femminili.