Sandro Abate da vertice, Comella ci crede: ''Pola la ciliegina di un roster forte in ogni reparto''

Se c’è un direttore sportivo o, in generale, un uomo di mercato al quale andrebbe dato un premio per l’intraprendenza, la sagacia e i risultati ottenuti nelle operazione di #futsalmercato, Vinicio Comella entrerebbe di diritto nel gotha degli eleggibili. Con ottime possibilità di vincere, perchè colpi come quelli di Berthod e Pola non solo hanno minimizzato le partenze di spicco (Pazetti e Dalcin su tutte) ma hanno aggiunto valore ad una rosa, quella della Sandro Abate, che ai blocchi di partenza della nuova stagione si posizionerà certamente come una delle potenziali favorite alla conquista dello scudetto.


Proprio l’indomani dell’ufficializzazione di quello che non a caso può essere indicato come il supercolpo del #futsalmercaton estivo, ossia l’ingaggio di Pola, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Vinicio Comella, partendo ovviamente dalla Sandro Abate per spaziare su un po’ tutti i temi centrali del futsal nostrano a pochi giorni dalla ripresa dell’attività, che tantissime società, tra cui quella irpina, hanno programmato per lunedì 22 agosto.


- Allora Vinicio… a partenze eccellenti, cominciando dall'allenatore, hanno fatto da contraltare arrivi altrettanto eccellenti. Una tua valutazione complessiva sulle operazioni compiute, ma ti chiedo anche se c'è qualche rimpianto riguardo giocatori che pensavi potessero restare o potevano arrivare ad Avellino?


“E’ partito un nuovo progetto tecnico con un allenatore di spessore che è andato a sostituire un altrettanto grande mister come Fausto Scarpitti. Con mister Basile abbiamo costruito un roster competitivo in ogni reparto, cominciando dalle conferme di Lucio Avellino e Alex e con la conferma in toto di tutti i formati della scorsa stagione, a partire dal capitano Abate fino ad arrivare ad Ugherani e Creaco, che hanno disputato una grande stagione; a loro va aggiunto il ritorno di Iandolo, la scorsa stagione in A2 a Pescara dove ha ben figurato, e l’inserimento di due giovani promettenti ragazzi del settore giovanile. A loro si aggiungono due portieri di prospettiva come Parisi e Berthod, di cui si parla un gran bene, per poi chiudere il roster con un grandissimo ritorno come quello di Nicolodi, che non ha certo bisogno di presentazioni, e l’arrivo di un pivot di importanza indiscutibile come Gui. A loro abbiamo aggiunto un talentuoso mancino di grandi speranze come l’argentino Spellanzon, che sono sicuro farà benissimo, e poi la ciliegina finale di Pola, che darà forza, compattezza e cattiveria ad un roster che io considero molto importante. Quest’ultima figura premia la caparbietà di una società che veramente ha fatto sacrifici enormi per regalare alla città una squadra di livello e che spera di far divertire la prossima stagione i propri tifosi. Insomma, speriamo di aver lavorato bene, poi il campo sarà il giusto giudice. Rimpianti? Con le nuove regole introdotte per il prossimo campionato, non bisogna averne, perché tutti i componenti del roster dello scorso campionato avrebbero  strameritato la riconferma, ma non ce lo siamo potuti permettere. Bisogna guardare avanti: auguriamo ad ogni nostro ex compagno le migliori fortune”.


- Sull'attività di mercato ha pesato in maniera rilevante l'effetto della riforma che nel ridurre l'uso dei "non formati" ha creato serie difficoltà nella ricerca di quei formati che potessero assicurare da subito un importante rendimento. Quali le reali difficoltà che hai incontrato?


“In verità già a metà stagione scorsa avevamo deciso di blindare i nostri formati perché la nostra ferma intenzione era quella di aggiungere e migliorare di poco una rosa che aveva fatto un girone di ritorno straordinario. Poi le nuove regole hanno sovvertito tutto, ma fortunatamente avevamo già le idee chiare e avevamo poco da aggiungere in un ‘reparto formati’ già eccellente. Certamente qualche giocatore di spessore lo avevamo individuato e abbiamo cercato, laddove era possibile, con caparbietà, a convincerlo, ma non è bastata solo la volontà del giocatore a sposare il nostro progetto, perché le società come la nostra hanno blindato i propri pupilli. E direi anche giustamente”.


- La riforma ha di fatto rivoluzionato gli equilibri della Serie A, considerando che l'Italservice ha pagato pesantemente dazio in termini di partenze. Agli sgoccioli di questa prima fase del mercato, quali sono state secondo te le società che hanno lavorato meglio e quelle più virtuose, ossia che hanno saputo ottimizzare necessità di rosa al budget?


“L’Italservice ha vinto tanto negli ultimi anni e continuerà a fare scuola per tanti. Questa sarà indubbiamente una stagione che partirà con tante aspettative da parte di tutti e con molta curiosità per via del nuovo regolamento. Credo che chi ha cambiato meno avrà sicuramente una marcia in più nella prima parte della stagione, successivamente i roster costruiti per vincere verranno fuori. Tutte di sono mosse bene costruendo organici importanti, chi spendendo in più chi ottimizzando i propri budget. Non ho una mia griglia di preferenze, sinceramente non mi è mai piaciuto fare pronostici, ma sicuramente nel mio cuore spero che cambi la geografia della vittoria finale e si possa scrivere una pagina, o più pagine di gioia, perchè no, della nostra regione”.


- La Campania, appunto. Farà ancora la parte del leone nella prossima stagione. E va riconosciuto anche al movimento regionale di essere uno dei più qualificati in fatto di giocatori “regalati” al nazionale. Cosa rappresentano i numeri proposti dalla Campania e quanto è importante il rapporto con le società del territorio anche in fatto di valorizzazione dei giovani locali?


“Fame, passione e preparazione: il segreto del successo nasce dal continuo ed eccellente lavoro dei settori giovanili e dall’opera eccezionale delle tantissime società minori, ma solo per categoria, che continuano a far praticare questa disciplina tra enormi difficoltà strutturali ed organizzative. Un ringraziamento doveroso va fatto ai tantissimi addetti ai lavori che veramente vivono h24 solo per questo movimento, a partire dalle figure più importanti a livello federale in Campania, fino all’ultimo dei dirigenti di ìfutsal di Serie D”.


- Infine, il progetto Sandro Abate: una società modello che può dare molto alla disciplina. Programmi per il presente e il futuro ma anche una domanda da fare alla Divisione: cosa deve fare l'istituzione per far decollare definitivamente il prodotto futsal?


“La nostra priorità è continuare a fare parte di questo spettacolo che è la Serie A e di onorare il campionato al meglio, cercando di migliorarsi ogni anno ma restando sempre con i piedi ben piantati per terra. Dare sicurezza alle famiglie che vivono di questo sport è un obbligo, senza illudere con voli pindarici nessuno ma sicuramente con la ferma volontà di crescere, sempre. Non si finisce mai di imparare, ogni società che milita in questo campionato o in campionati minori, ogni addetto ai lavori, continuerà ad insegnarci qualcosa per crescere e per essere migliori. La Divisione? Dovrebbe ascoltare e confrontarsi di più con chi vive ogni giorno questo sport e, credimi, qui ci sono tantissimi presidenti, sicuramente tutti pazzi… nel senso buono della parola, che investono soldi e meritano considerazione, rispetto e attenzione. L'obiettivo da sempre della famiglia Abate e della dirigenza è costruire un club ed una squadra che possano essere vanto della nostra terra, della nostra amata Irpinia. Un punto di riferimento per le nuove generazioni di sportivi, un modello da seguire nel panorama della Serie A di futsal. La storia recente ci ha insegnato che siamo l'unico club irpino ad essere stabilmente nei palcoscenici importanti dello sport italiano, e questo deve far riflettere chi amministra la cosa pubblica. Detto ciò… buon campionato a tutti”.