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A tu per tu con Massimiliano Neri: ‘’Falconara? Passo doloroso. Ora ansioso di tornare in pista’’

Tre settimane fa la notizia, improvvisa e imprevedibile, dell’addio tra Massimiliano Neri e il Città di Falconara. Una notizia di quelle che lasciano a bocca aperta, dato lo straordinario lavoro compiuto dal tecnico romagnolo specialmente nell’ultimo triennio: uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa e una Champions.

Abbiamo raggiunto Neri per ripercorrere insieme gli splendidi anni con le citizen e guardare, comunque con fiducia, al futuro.

Il concetto di "Dopo ogni fine c'è un nuovo inizio" sembra essere un punto chiave per ogni allenatore. Come interpreti questo concetto? Come credi che influenzerà te e la tua futura squadra?

“Confesso che sto passando un periodo complicato. Dopo tanti anni tutte le squadre tra poco cominceranno a lavorare e io starò alla finestra. Per uno come me che adora stare in campo non sarà facile. In più c'è l'amarezza per come sono andate le cose e chiudere la mia storia con Falconara è un passo doloroso. Forse mi avrebbe aiutato passare subito a lavorare in un'altra squadra, ma questo non è stato possibile. La vita dell'allenatore è questa e bisogna guardare avanti. Del resto ho sempre saputo che non sarei rimasto in quella panchina per sempre. Di sicuro quando tornerò in campo avrò una voglia pazzesca di riprendere a lavorare”.

La relazione speciale tra te, il Falconara e la città è evidente. In che modo questo legame ha contribuito alla tua filosofia di gestione delle giocatrici e dell’ambiente?

“Sono convinto che le giocatrici e i tifosi abbiano compreso appieno quanto io fossi affezionato a Falconara nel suo complesso. Essere capito aiuta tanto nella gestione di un gruppo e quando tutti abbiamo iniziato ad andare in un'unica direzione le cose sono migliorate esponenzialmente giorno dopo giorno. Con i tifosi c'è sempre stato un rapporto speciale e ringrazio quanti mi hanno scritto manifestandomi il loro dispiacere”.

Ai trofei e ai premi spesso s’accompagnano significati simbolici nel mondo dello sport. Qual è il valore di queste vittorie per te e come pensi che abbiano plasmato l'identità della squadra?

“È innegabile che vincere e ricevere dei premi sia una cosa molto appagante. Quando sono andato a Coverciano per la Panchina d'oro, ad esempio, mi sono sentito al settimo cielo. Ma la cosa che per me è fondamentale è che, quando raggiungi un obiettivo, capisci che stai lavorando bene e puoi condividere questa sensazione con chi è in campo giornalmente con te. Per un gruppo di lavoro avere la consapevolezza del fatto che stai facendo le cose nel modo giusto è importantissimo. Tutti i componenti ne traggono giovamento, il gruppo diventa sempre più solido e inevitabilmente anche il rendimento della squadra migliora”.

Lo spogliatoio è un luogo di condivisione e costruzione di legami. Se potesse raccontare storie, quali momenti pensi che emergerebbero?

“In tutti questi anni logicamente abbiamo passato sia momenti belli che brutti. La cosa più bella è che tutto questo è stato vissuto insieme. Ci sono tantissimi episodi che per me sono stati importantissimi e per questo li porterò sempre nel cuore. Quando chiudevamo la porta dello spogliatoio esistevamo solo noi ed era bellissimo. Per fare un esempio, mi ricordo con orgoglio il prepartita della finale di Coppa col Benfica. Nella stanza accanto si sentiva cantare e sbattere contro la porta. Ci volevano mettere pressione. Da noi c'era assoluto silenzio. Ogni giocatrice si preparava meticolosamente. Ho fatto il mio discorso e ho guardato negli occhi le ragazze: ho subito capito che sarebbe successo qualcosa di grande”.

Guardando al futuro, quale eredità pensi di lasciare alla squadra, sia sul campo che fuori, e quali preziose lezioni o ricordi porterai con te da questa lunga esperienza sulla panchina del Falconara?

“Io non so che tipo di eredità posso lasciare a chi ha vissuto questi anni con me. Penso che sia una cosa molto soggettiva. Io, quando le strade si dividono, ho sempre la speranza di rappresentare un pensiero piacevole. Lasciare un buon ricordo è davvero una gran cosa. Per quello che riguarda me, custodirò con cura sia le cose buone che quelle dure da digerire. Tutto serve per migliorarsi, soprattutto quando è il momento di voltare pagina”.

Valentina Pochesci


20/08/2023 17:40