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14/06/2022 19:16

Bortolini resta al timone della Canottieri Belluno: ''Mi diverto ad allenare, penso mi faccia bene''

Tredici stagioni in panchina, venticinque in campo. Per la Canottieri Belluno, che nell’anno prossimo festeggerà il suo quarto di secolo, Alessio Bortolini rappresenta, insieme al fratello Alvise, ultrapresidente del consesso di piazza Vittorio Emanuele, il biancoblù più biancoblù che c’è. Che poi quel blu sarebbe navy, vi direbbe lui. Fatto stà che la conferma arriva in questi giorni,  e sicuramente questo permette ai Canottieri di meglio inquadrare la stagione prossima ventura.


“Noto che la mia carriera da allenatore ha sopravanzato quella da giocatore” dice l’Alessio. 


- E di questi venticinque anni tutti Canottieri, cosa porta con se su un podio ideale?


“Oddio, tante persone, tante cose, tanti attimi. Se devo dirne tre, e fuori ordine di medaglia: da giocatore, quella Coppa Italia alzata al cielo la sera dell’11 marzo 2006 alla Spes Arena. Da allenatore, sempre una Coppa Italia, di A2, primavera 2011: dopo aver vinto il quarto di finale, col Regalbuto, ho camminato solitario per le vie di Genzano. E a ogni passo salivano emozioni, diverse, un misto di gioia e di malinconia. Che mi assomigliava“.


- E la terza?


“La terza non te la posso rivelare. Probabilmente sta sul gradino più alto”.


In attesa delle conferme, che arriveranno, dei senatori della squadra, dai capitani Reolon e Dal Farra a tutti gli altri, con le sorprese che la perizia di Luca Moi sul mercato saprà portare in casa Canottieri, la stagione prossima dei bellunesi fa intravedere bel tempo, dopo le ultime due annate vissute proprio a ridosso del novero delle migliori. 


“Questo è un buon momento, per stare in questa squadra e in questa società - dice Alessio Bortolini. - Mi diverto ancora ad allenare, e credo mi faccia anche bene. Penso di farlo bene, di poter migliorare ed avere voglia di farlo. Penso di poter ancora incidere sui ragazzi, sul gruppo storico, sui nuovi:  intravedo, in loro e  in me, degli aggiustamenti di volo, possibili”.


a.effe