Marco Bettelli tira le somme dopo i primi giorni di preparazione della Chemiba Cerreto d’Esi. E il suo bilancio in chiave positiva.
“Sono soddisfatto dell'applicazione e della dedizione messe dai ragazzi, ma è ancora troppo presto per fare una valutazione del lavoro. In campo fondamentalmente abbiamo fatto solo tre allenamenti, oltre che partite amichevoli che sono servite più che altro per completare l'allenamento delle due serate nelle quali abbiamo avuto problemi con l'impianto, funzionali per dare continuità agli allenamenti nonostante non avessimo la possibilità di allenarci nel palazzetto in un orario consono a poter svolgere il lavoro”.
- Uroboro e Ducato Spoleto: riscontri e indicazioni dai test?
“Sono contento per l'impegno e la dedizione che i ragazzi hanno messo, con l'Uroboro addirittura l'amichevole l'abbiamo fatta dopo un solo allenamento e con la Ducato dopo tre. Le indicazioni positive sono arrivate dall'atteggiamento, dalla voglia di ottenere il risultato contro squadre obiettivamente più avanti dal punto di vista fisico. Sicuramente lo era più la Ducato Spoleto che si allena da più tempo. Per quanto concerne l'aspetto prettamente tattico si è visto poco o nulla, anzi direi proprio nulla perché dopo tre giorni di lavoro è quasi impossibile che ci fossero indicazioni da questo punto di vista".
- La rosa allestita la ritieni in grado di puntare all’alta classifica o prevedi qualche implementazione?
“La rosa allestita è, a mio parere, buona. Abbiamo individuato lo straniero di esperienza che potesse far crescere i giovani locali che dovranno essere per forza di cose il futuro della Chemiba: il fatto che già lo avevo allenato, il fatto che ci stava una conoscenza delle qualità tecniche e umane ci ha fatto propendere per Wagner e siamo contenti di questa scelta. In questo campionato dove c'è la possibilità di andare in campo un solo straniero, la scelta è importante. Poi avendo perso dei giocatori soprattutto nel settore offensivo, abbiamo scommesso su Carlopio, un ragazzo che io ho allenato, dalle indubbie qualità. Tranne il primo anno con la Vis Gubbio direi che ha espresso neanche il 30% del suo potenziale. Carlopio per me è un patrimonio del calcio a 5 italiano, se però il ragazzo metterà un po' del suo per migliorarsi in quanto raramente ho visto qualità tecniche come le sue. Poi abbiamo ringiovanito la rosa, con giovani dall'Under 19. L'unico problema è - rileva Bettelli - che in questo momento siamo troppi: finiremo la preparazione con questi elementi, poi andranno fatti dei tagli per forza di cose perché il numero giusto per me per effettuare degli allenamenti con ritmi elevati è di 12 giocatori di movimento. Dispiace perchè fino ad adesso ho trovato gente vogliosa e disponibile, ma se si vogliono ottenere degli obiettivi e dei risultati per forza di cose bisogna mettere la rosa nelle migliori condizioni di allenarsi. L’anno scorso la squadra è arrivata ottava, prima di tutto bisogna pensare a scalare delle posizioni, poi la mia mentalità mi porta a mandare in campo una squadra che vuole vincere su tutti i campi. Alla fine del girone di andata vedremo in che posizione saremo e se a dicembre ci sarà la possibilità economica e tecnica di fare qualche aggiustamento non ci tireremo indietro, fermo restando che, per ogni entrata, ci deve essere un’uscita perché dovremo essere sempre 12 di movimento. Altrimenti andremo avanti fino in fondo così perché penso che ce la potremo giocare con tutti”.
- Infine il girone: le squadre più pericolose e quelle che secondo te sono allestire per una stagione di vertice?
“Il girone è affascinante, con molti derby. Con il nuovo regolamento è tutto un po' cambiato, nel senso che qualche anno fa chi aveva ambizioni importanti faceva delle vere e proprie corazzate e disputava campionati a se. In questo momento, con le nuove regole, se da una parte c'è un impoverimento tecnico indiscutibile con un solo straniero, dall'altra parte ci sta una maggiore possibilità per tutti. Il mercato degli italiani, e ancora di più il mercato dei formati, è difficile per le società di Serie B avendo davanti società di A, A2 Elite e A2. Ci sono tantissimi club ed è arduo pescare italiani validi per dei progetti importanti. Da qui può così succedere che club i quali gli altri anni facevano fatica per la poca disponibilità economica, adesso diventano squadre pericolose… e il gap è diminuito tanto. No, dal canto nostro, abbiamo una base consolidata di italiani che ha affrontato con me a Gubbio anche categorie superiori. Crediamo di aver allestito una rosa importante - ammette Bettelli - certo, non conosco le laziali, ma per tradizione sono realtà importanti anche per il bacino di utenza che hanno. E cito il Recanati, la squadra di quelle rimaste che l’anno scorso è arrivata più in alto in classifica. A mio parere anche l'Eta Beta ha fatto degli investimenti su giocatori esperti che ne possono aver alzato il livello, con una buona base di giovani. Poi ci saranno delle sorprese, ma non c'è comunque una squadra che può ammazzare il campionato come succedeva negli anni passati, ma c'è un gruppo di squadre che può ambire ai primi posti".