Coppa della Divisione, mercoledì RSG-L84. E che accadrà se il CONI dovesse dare ragione al Petrarca?

Mercoledì pomeriggio è in programma la finale della Coppa della Divisione 2022/2023 che, all’Emilia Romagna Arena di Salsomaggiore Terme opporrà il Real San Giuseppe (che ha vinto recentemente la Coppa Italia) e la L84: confronto che assegnerà uno dei trofei più discussi della stagione, che ha provocato polemiche in ambito regolamentare sin dall’inizio del suo percorso (allora quando venne stabilito che le partecipanti avrebbero potuto prendere parte alla competizione presentando in lista tanti atleti ‘non formati’ quanti erano quelli previsti per la categoria di appartenenza, con evidenti discrepanze a livello qualitativo dei roster tra formazioni di Serie A e quelli delle categorie inferiori) ma che non ha ancora esaurito le sue criticità.


Ci riferiamo alla vicenda del ricorso che il Petrarca Padova ha presentato al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI in relazione alla decisione della Corte Federale d’Appello di considerare ininfluente la posizione di Lucas Siqueira nella sfida dei quarti di finale della Coppa della Divisione vinta dalla L84 proprio sui padovani, quando il TFN aveva nella sostanza revocato il tesseramento dello stesso giocatore con la qualifica di “formato italiano”. Una decisione che ha inevitabilmente aizzato il presidente del Petrarca, Paolo Morlino, che ha più volte chiesto ufficialmente alla Divisione Calcio a 5 di rinviare prima la disputa della semifinale tra L84 e Mantova e, adesso, quella della gara di finale tra gli stessi torinesi e, appunto, il Real Giuseppe, che ironia della sorta si giocherà mercoledì 5 aprile alle ore 18, poche ore dopo che si sarà riunito il Collegio di Garanzia del CONI, con i giudici del comitato olimpico convocati alle ore 14,30 per discutere l’articolata contestazione presentata dal Petrarca e relazionata dall’avvocato Michele Cozzone.


Una situazione, per quello che abbiamo avuto modo di apprendere, che Paolo Morlino aveva chiesto invano a Roma di tenere in considerazione ben prima che venisse stabilita nel 5 aprile la data della finale della competizione (riesumata dopo tre stagioni di oblio), ma che paradossalmente è risultata essere la data in cui le toghe olimpiche hanno fissato il dibattito per accertare quanto reclamato dal Petrarca sulla posizione del calciatore della L84 (il cui tesseramento prima è stato revocato dal TFN e poi riproposto con il riconoscimento dello medesimo status di formato italiano), una decisione che, di conseguenza, avrebbe dovuto indurre la Divisione Calcio a 5 a spostare ulteriormente la data della finale, differendola da quella del 5 aprile per ovvii motivi.


La domanda che viene immediatamente lecito porsi è scontata, ma allo stesso tempo è quella alla quale inevitabilmente chi di dovere dovrà dare una risposta: qualora il Collegio di Garanzia del CONI riconoscesse le ragioni del Petrarca accertando un verdetto favorevole al sodalizio padovano, che cosa accadrà? E non solo per la finale della Coppa della Divisione…