23/04/2025 11:00

Ichnos, il bilancio di De Souza: "L'addio di Paganini alla lunga ha pesato. Ma la base è di valore"

La verità è che non vedere il nome della Ichnos Sassari tra le sfidanti dei playoff della C1 sarda lascia un tantino interdetti, soprattutto dopo che la squadra di Eurico De Souza era riuscita a compiere una rimonta, figlia di tre mesi di imbattibilità, che l’aveva portata ad avanzare un ruolo di primo piano nella parte conclusiva della stagione. Ruolo che ha invece disatteso.


E se il primo momento di difficoltà durante la stagione la squadra l’aveva superato brillantemente compensando le partenze di Paganini e Dessanti con le operazioni di mercato invernali; a quello venutosi a manifestare dopo il derby con la Fanni nel girone di ritorno ha invece trovato difficoltà a replicare, non riuscendo a reggere il ritmo delle altre pretendenti ai playoff. Come lo spiega questo mister De Souza, intrecciando la sua riflessione con un bilancio in chiave tecnica del campionato?


“La perdita di Paganini si è fatta sentire molto, abbiamo perso molto nel reparto difensivo, i giocatori arrivati non erano difensivi, eravamo molto vulnerabili in difesa e a lungo andare abbiamo pagato un prezzo altissimo. Dopo tutto quello che abbiamo passato, credo che il risultato sia stato molto positivo. Fino al penultimo turno del campionato ci aspettavamo di raggiungere la zona play-off, purtroppo i risultati non sono stati d'aiuto, ma credo che con un po' più di sacrificio e ambizione avremmo potuto raggiungere l'obiettivo. Ma la lezione resta”.


- Si è comunque cementata la base di un gruppo sul quale bisognerà solo innestare alcune pedine funzionali alle necessità per alzare la soglia di competitività. Che Ichnos possiamo aspettarci per la prossima stagione?


“Ho bisogno di capire quali sono gli obiettivi della società: abbiamo delle buone basi. Ma sappiamo anche che bisogna lavorare e avere degli scopi ben definiti”.


A De Souza abbiamo anche chiesto una valutazione complessiva sul campionato, che ha offerto un livello decisamente alto, con almeno otto squadre in grado di giocarsela alla pari per le posizioni più importanti. 


- Qual è il segnale che arriva per il movimento regionale della Sardegna? La strada tracciata nonostante la presenza di tanti club nel nazionale, è quella che conduce a un futuro pieno di ottimismo?


“Il futsal regionale sardo è cresciuto molto di livello, quello di quest'anno è stato un campionato molto difficile, forse il più difficile da quando sono arrivato qui. Sono molto ottimista sul futuro del futsal in Sardegna, ma dobbiamo lavorare molto sulle categorie minori, con professionisti formati nel ruolo: dobbiamo allenare i giocatori dentro casa, perché il futuro passa da questo”.