E’ il giorno in cui si conosceranno finalmente i gironi in cui verranno articolati i prossimi campionati nazionali, maschili e femminili, ma anche il giorno in cui si conosceranno i destini delle squadre che stanno cercando di ottenere il placet per l’ammissione al torneo di Serie B, destini che potrebbero essere non ancora del tutto scritti visto che sono già in atto le prime iniziative, previste dall’articolo 32 del regolamento della Lega Nazionale Dilettanti, di ricorsi agli organi disciplinati preposti, per valutare se la determinazione assunta dalla Divisione Calcio a 5 con il comunicato numero 12 dello scorso 31 luglio (LEGGI QUI) può essere soggetto di annullamento.
Questo perchè, proprio dal testo del comunicato numero 12, si evince con chiarezza che l’organico del campionato cadetto - alla luce delle 77 società iscritte aventi diritto, delle 9 che hanno vista accolta la domanda di ripescaggio e ammissione, più il riposizionamento del Regalbuto che pur iscrivendosi al torneo di A2 Elite ha chiesto di venire ricollocato in Serie B - manca di ben otto unità. Due delle quali verranno colmate da Noci e Casali del Manco, che beneficeranno del ripescaggio reso possibile dall’appendice prevista col comunicato numero 11 (LEGGI QUI), lasciando però vacanti ben sette posti, che paradossalmente sei società le quali, pur non rientrando tra quelle aventine diritto, potrebbero comodamente occupare solo per un ragionevole motivo al di là di tutti gli altri: per evitare di dare vita a ben sei gironi da 11 squadre quando i numeri ci sono effettivamente quasi tutti.
Qui entra in gioco il ruolo della sudditanza della Divisione Calcio a 5 nei confronti del Consiglio di Lega. Il frutto conclamato di un rapporto mai esistito tra l’istituzione di viale Tiziano e le appendici regionali, il frutto eloquente di una frattura prodotta dalle iniziative di chi ha azzardato il progetto di organizzare un fantomatico (e totalmente inutile) Campionato Amatori e poi pianificare la ristrutturazione dell’attività dell’Under 19, non senza passare attraverso l’autorizzazione delle delegazioni territoriali, bensì aprendo con esse un dialogo, trattandosi di progetti che coinvolgevano in maniera diretta a livello organizzativo i Comitati Regionali. Una spaccatura che si è allargata con le frizioni registrate nei lavori della Commissione istituita dalla LND per studiare le modifiche strutturali e regolamentari da introdurre nel sistema futsal e che non poteva che culminare nello sbarramento attuato in Consiglio di Lega dalla maggior parte dei presidenti regionali, arrivati a imporre scelte che la Divisione Calcio a 5 avrebbe potuto tranquillamente aggirare rifacendosi alle disposizioni dell’articolo 10 dello Statuto FIGC e dell’articolo 20 del Regolamento LND, in tema di autonomia organizzativa e gestionale.
Ma niente di tutto questo è accaduto e la conseguenza sarà sicuramente un’appendice alle determinazioni odierne del Consiglio Direttivo, perchè sappiamo di certo che il Città di Cagliari ha già presentato istanza per impugnare il comunicato numero 12 davanti al Tribunale Federale Nazionale, e altre - Naonis e Chemiba Cerreto d’Esi in testa - sarebbero pronte a fare lo stesso.
A proposito del Città di Cagliari, va sottolineata la posizione del club isolano, al quale - alla vigilia della prima giornata del passato campionato - vennero annullati i tesseramenti di ben 9 giocatori per un errore del sistema di registrazione, che comportò non solo la perdita a tavolino della gara con lo United Pomezia, sul campo finita 2-2, ma costrinse la squadra cagliaritana a disputare ben sei gare con un organico numericamente limitato prima che la sezione Tesseramenti del Tribunale Federale Nazionale accogliesse il ricorso ripristinando, con efficacia retroattiva, i cartellinamenti dei nove giocatori che erano stati impropriamente annullati. Solo per il fatto di non aver dato seguito alla “minaccia” di richiedere di rigiocare quelle partite (il risultato della gara con lo United Pomezia, tra l’altro, non venne mai ripristinato) che avrebbero prodotto evidenti problemi organizzativi - in primis costringendo le società laziali interessate a dover volare in Sardegna nel mezzo della settimana con ingenti costi di trasferta, e poi producendo ritardi nella definizione della classifica per la definizione delle partecipanti alla fase preliminare della Coppa Italia di Serie B - al Città di Cagliari si sarebbe dovuta prestare un’attenzione diversa, con il riconoscimento di un “recupero” nella categoria persa stanti le accertate responsabilità della Divisione Calcio a 5. Invece il Città di Cagliari dovrà ricorrere nuovamente al Tribunale Federale Nazionale (l’istanza, per quello che sappiamo noi, è già stata depositata formalmente nella giornata di ieri) per ottenere la ricollocazione in quel campionato che nella stagione 2023/2024 non ha potuto disputare potendo contare sulla miglior formazione possibile, nel rispetto anche dei principi di lealità sportiva dettati dalle NOIF.
Fatte queste necessarie premesse, resta ben poco ancora da dire avendo già scritto di tutto e di più nei giorni scorsi, con le nostre “profezie” tutte puntualmente rispettate, nei numeri e nei nomi, al di là del solito atteggiamento di incomprensibile riservatezza manifestato dalla Divisione Calcio a 5 nel dare notizie a riguardo che potessero consentirci di offrire un quadro della situazione più particolareggiato e, soprattutto, ufficioso. Per cui, al di là dell’ufficializzazione dei ripescaggi di Noci e Casali del Manco in Serie B e nella speranza che all’ultimo momento si decida saggiamente di procedere anche al ripescaggio di Città di Cagliari, Chemiba Cerreto d’Esi, Naonis e Forte Colleferro (che erano tutte retrocesse nei regionali) oltre che all’ammissione di Leonessa RSA e Comprensorio Pisticci, per completare naturalmente (e senza ulteriori repliche) l’organico della cadetteria e poter varare tutti e otto i gironi con 12 squadre ciascuno; resta solo da capire le intenzioni nella definizione - restando in campo maschile - di almeno tre dei quattro gruppi dell’A2, di cui due avranno, tra l’altro, una squadra in meno. Ci siamo sempre espressi sull’opportunità di abbinare le quattro siciliane alle laziali per ragionevoli risparmi sui costi di trasferta: ma dubitiamo che queste necessità, come accaduto nella passata stagione, vengano comprese. E non andiamo oltre, riservandoci un doveroso diritto di critica nei prossimi giorni.
L’ultima annotazione è per la Serie B femminile. Il disastroso esito delle iscrizioni ha quasi dimezzato l’organico: dalle 60 formazioni aventi diritto conteggiate alla vigilia del 12 luglio, alla fine ne sono risultate iscritte solo 36, compreso il Pero che va ricordato è in attesa (come il Regalbuto) del placet della Presidenza federale per poter venire inserito ufficialmente in B. Saranno dunque tre gironi da 12 o quattro da nove? Se nella stanza dei bottoni dovessero optare per questa seconda soluzione, non avremo più che mai paura di parlare di un autentico fallimento. Perchè tale è stato.