Canicattì è ancora in festa per la storica promozione
ottenuta. Si spalancano le porte della Serie A2 per la compagine siciliana che
ha nel suo condottiero, Giuseppe Castiglione, uno dei tasselli chiave che hanno
contribuito al successo.
Mister, seconda stagione per te con questa squadra; l’anno
scorso avete sfiorato l’accesso ai play-off, quest’anno invece siete riusciti
da outsider a scombinare ogni pronostico, trovando l’A2 con una giornata di
anticipo e lasciandovi alle spalle le blasonate Palermo e Lamezia…
“E pensare che le mie prime parole nell'accordo con la
società sono state ‘giudicatemi in un triennio, perché i cicli non li puoi
vedere subito’. Annata straordinaria e sicuramente non è vero che eravamo meno
bravi degli altri, ma i ragazzi avevano bisogno di connettersi con me e io con
loro. Se poi un tecnico riesce a coinvolgere tutti i suoi atleti e loro
rispondono facendosi letteralmente ‘in quattro’ allora si trova la quadra del
cerchio e tutto fila a meraviglia. Palermo e Lamezia sono due super-squadre,
forse hanno sofferto qualche assenza importante, ma gli infortuni fanno parte
del gioco”.
La tua “mano esperta” e un gruppo unito e che si conosce a
meraviglia: questi i tasselli chiave dietro alla promozione?
“La mia non è una mano esperta, ma equilibrata nelle due
fasi. Ho cercato di correggere e convincere i giocatori che ciò che ci ha
penalizzati la passata stagione era di fondamentale importanza e lo dicono i
numeri, in particolare la difesa che ha dimezzato i gol subiti rispetto all’anno
scorso. Per il gruppo, mi permetto di ringraziare Fabio Valera e Sandro
Tarantino, due colleghi che in passato hanno lavorato su parecchi degli
elementi in squadra e che oggi giocano a memoria. Io ho messo del mio, ma non
sono così arrogante da sostenere che sia tutto mio il merito”.
Ma sicuramente un altro tassello è stato il “Livatino
Saetta” vero fortino biancorosso, con dei tifosi assolutamente protagonisti che
non vi hanno mai fatto mancare il loro supporto.
“Ad inizio stagione il presidente ci aveva chiesto una cosa:
in casa si deve costruire l'accesso ai play-off! E così è stato. La grande
fortuna è che quando ti abitui agli spazi piccoli, appena ti trovi su un 40x20,
avendo più spazio, diventi veramente veloce nella testa. Il nostro palazzetto è
un gioiellino e i nostri tifosi sono meravigliosi”.
Quando hai capito che questa promozione era… fatta?
“Sono una persona pratica, forse scontata, ma la matematica
è arrivata sabato. Semmai posso affermare che la partita della consacrazione è
stata quella contro il Lamezia, pareggiando con non poche sofferenze, con
assenze importanti ma con i presenti che hanno lottato come se non ci fosse un
domani. Lì abbiamo cominciato a comprendere la grandezza del gruppo”.
Impressioni sul girone H di quest’anno? Classifica corta
nella sua parte centrale, ma grande divario tra prime ed ultime posizioni…
“Il girone è stato comunque tosto. Ho incontrato colleghi
molto bravi ed organizzati. Nella parte alta molto preparati, altrimenti non si
spiegherebbe tale divario. A metà sarà una bella lotta, che mi incuriosisce nel
finale perché per il piazzamento play-off ancora non c'è nulla di scritto”.
Ti chiedo infine una dedica…
“La dedica va alla mia famiglia, ovviamente scontato mia
moglie e i miei due figli, e se consideriamo anche che il presidente è mio
amico da 35 anni, che il suo braccio destro è il mio testimone di nozze, che il
DG è come un fratello per me, che il mio staff è stato voluto fortemente da me
in toto, che i giocatori sono come fratelli minori, beh, possiamo dire che la
mia famiglia è anche questa”.