
02/04/2023 22:53
Sarà un lunedì caldo quello che si vivrà questo 3 aprile a livello istituzionale, con il Consiglio Direttivo della Divisione Calcio a 5 che alle 17 si riunirà presso il Relais Corte Cavalli di Ponte sul Mincio, in provincia di Mantova, per il vertice che stabilirà non solo le linee guida dei playoff nazionali che cominciano a delinearsi all’orizzonte (dal 21 scatteranno quelli di Serie A2 maschile) ma entreranno anche nel merito dell’organizzazione dei campionati della stagione 2023/2024 riguardo ai quali è già molto acceso il dibattito sulla regolamentazione circa l’impiego dei calciatori, con focus anche sull’obbligatorietà dell’attività giovanile e i meccanismi di promozione e retrocessione. Ma va anche detto che potrebbe scapparci fuori qualche ulteriore sorpresa in merito alla partecipazione al gioco dei calciatori “non formati”: ma ne parleremo successivamente.
Il primo aspetto che proviamo a mettere sotto la lente d’ingrandimento è quello del regolamento dei playoff dei campionati 2022/2023: un punto all’ordine del giorno che dice tutto ma che potrebbe dire anche niente di concreto, se la discussione resterà nello stretto ambito delle regole inerenti il gioco e le strutture che ospiteranno gli incontri in programma. Fino alla scorsa annata, va giustamente ricordato, le modalità di accesso degli spettatori erano condizionate dalle norme legate alla gestione della pandemia da Covid, con accessi contingentati e talune partite spostate da impianti minori ad altri maggiormente capienti. Ma ora che l’emergenza è cessata è da credere che nella riunione verranno statuiti i principi tecnici sia per gli impianti dove si giocheranno le gare dei playoff specialmente di Serie A, che per la partecipazione alle stesse, gli stessi obblighi organizzativi e le procedure per l’accesso alla giustizia sportiva.
In verità, non è lecito sapere se in piazzale Flaminio si sia tenuto veramente conto che si dovrebbe procedere (l’uso del condizionale è fortemente dovuto) ad una ridefinizione dei meccanismi quanto meno dei playoff che riguarderanno l’assegnazione non più dei sette posti rimasti vacanti dopo la prima distribuzione delle poltrone nella nuova A2, che spetteranno alle formazioni che non accederanno ai playoff per l’A2 Elite escluse le retrocesse in Serie B dai gironi A e C (come ormai è noto, la LND ha concesso una clamorosa - e osiamo dire inaccettabile - deroga all’articolo 49 delle NOIF che di fatto ha congelato le retrocessioni del solo girone B dove, nel corso della stagione, sono stati registrate le rinunce di D&G Ascoli e AP) oltre alle 24 promosse direttamente dalla Serie B; ma dei nove posti che rimarranno complessivamente da occupare.
Più di una volta, da queste righe, avevamo suggerito di rivedere il meccanismo dei playoff allargandoli a tutte le settime classificate degli otto gironi cadetti: le partecipanti sarebbe state così 32 e non 28 come previsto nel comunicato n.54, al termine delle varie sessioni sarebbero salite direttamente le otto vincitrici del terzo turno di playoff, con le otto perdenti inserite in un tabellone “di recupero” che alla fine, attraverso un mini-torneo magari da giocare in campo neutro, avrebbe premiato la vincitrice con la nona promozione in A2. E i giochi sarebbero stati fatti senza dover chiedere ulteriori deroghe all’articolo 51 delle NOIF oppure ridursi ad attendere che per i posti rimasti da assegnare si sarebbero dovute prevedere domande di ammissione e/o ripescaggio, sempre che ce ne fossero state. Sapremo la soluzione prescelta (se ce ne sarà una, ovviamente) al termine del Direttivo? Speriamo di poter commentare una decisione che soddisfi in particolare quei criteri di merito i quali, quest’anno, come nel caso degli accoppiamenti della Coppa Italia di Serie A2, non sono stati incredibilmente applicati.
E veniamo alla questione della partecipazione al gioco. Cerchiamo soprattutto di non avventurarci in altre discussioni sull’applicazione del comunicato n.772 che ha istituito la riforma del futsal nazionale, ma viriamo sull’ultima iniziativa di cui abbiamo avuto notizia che sarebbe stata messa in piedi da i presidenti delle società di Serie A. Sembrerebbe, infatti (ma preghiamo i lettori di considerare fortemente la declinazione al condizionale), che di fronte alle conclamate difficoltà che tutte le società del massimo campionato hanno incontrato all’inizio dell’attuale stagione nell’allestimento di rose il più possibilmente competitive composte con quello che passava il convento (che sta a dire i giocatori della stagione precedente scorporati di quelli tagliati per l’effetto della riforma con la somma dei “formati”, sommati a quel manipolo di buoni italiani in grado di tenere su discreti livelli il gioco della Serie A), i club della massima categoria avrebbero manifestato la volontà di chiedere o la conferma dei cinque "non formati" o in alternativa, stante la riduzione dei “non formati” a quattro, che due di loro - non più uno - possano essere extracomunitari.
Qualora questo dovesse verificarsi sarebbe credibile che possano essere riviste anche le quote della partecipazione dei calciatori “non formati” ai campionati minori? Fermo restando i tre in A2 Elite e i due in A2, vogliamo azzardare l’ipotesi che pure quelli da impiegare in Serie B resterebbero due anche per la stagione 2023/2024 e non si dimezzerebbero come previsto dal comunicato 772/22. Vedremo se si andrà effettivamente in questa direzione. Va comunque ricordato che verrà ritoccato il limite anche delle calciatrici da impiegare nei campionati nazionali femminili, con le formate che passeranno da 6 a 7 in Serie A e da 7 a 8 in Serie A2.
Glissando sull’argomento delle promozioni e delle retrocessioni sempre inerenti l’attività per la stagione 2023/2024 (un discorso che riteniamo sia più utile affrontare quando si avranno certezze e numeri garantiti dopo le iscrizioni: ricordiamo sempre il prossimo sbarco della Riforma dello Sport che introdurrà nuove disposizioni sulla gestione economico-fiscale dei club dilettantistici), vogliamo dire la nostra in merito all’obbligatorietà dell’attività giovanile, ma limitando la nostra osservazione solo al riguardo dell’Under 19 e dei nati dopo il primo gennaio 2003 che trovano spazio nel comunicato n.772/22. Se il compito di un campionato giovanile (in questo caso l’Under 19) è quello di formare le nuovo leve per metterle a disposizione delle prime squadre, qualsiasi sia la serie di appartenenza, ci domandiamo come si possa ritenere performante una categoria in cui tutta la prima fase e parte dei playoff si sviluppa su base territoriale e in tornei ai quali partecipano intanto squadre appartenenti a società a carattere regionali. Inoltre, gli stessi gironi sono poi sono composti da un numero esiguo di squadre che talvolta attendono settimane tra la disputa di una giornata e quella successiva, il che è chiaramente un’inaccettabile distorsione.
Riguardo il vincolo di utilizzare due calciatori nati dopo il primo gennaio 2003, non riusciamo a capire il perchè si passi dalla mancanza di obblighi previsti per la stagione 2022/2023 (non ci pronunciamo sulla storia del giocatore over, che riteniamo a dir poco imbarazzante) ai due ‘under’ da schierare in lista nel 2023/2024 nei soli (tra l’altro) campionati di Serie A2 e B dove le liste devono essere composte (in base al comunicato 772/22) rispettivamente da 10 e 11 giocatori “formati”. Dunque, appare delle tutto ingiustificato dettare un ulteriore obbligo, anche perchè chi ha giovani di valore nei propri organici li fa giocare, indipendentemente da imposizioni regolamentari.
Ma ripetiamo, stiamo ipotizzando semplici ragionamenti basati tuttavia su elementi e argomenti che tradizionalmente vengono trattati in ambito istituzionale in questo periodo della stagione. Inutile fare ulteriori supposizioni: la stanza dei bottoni di piazzale Flaminio assomiglia a una di quelle camere dove nei film di fantascienza sono collocati tutti i comandi vitali dell’astronave, dove le blindature sono a prova di tutto, figuriamoci della fuga di notizie. Speriamo che quelle filtrate e raccolte abbiano centrato il problema…