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07/07/2022 12:05

Lunedì 11 il Consiglio Direttivo: si discute per il ''non formato'' in più. Ma solo per la Serie A?

Lunedì 11 luglio si terrà un nuovo Consiglio Direttivo della Divisione Calcio a 5, che verterà soprattutto su un punto che è stato inserito all’ordine del giorno in previsione della scadenza che il presidente Bergamini aveva posto per rispondere alla richiesta avanzata dai rappresentanti della Serie A di aumentare di un’unità il numero dei giocatori “non formati” utilizzabili nel prossimo campionato.


La situazione, in vista dell’incontro di inizio settimana, è abbastanza chiara. Il presidente Bergamini, nel recepire la richiesta dei 12 numeri uno presenti alla riunione dello scorso 29 giugno, si era preso tempo per sottoporre agli organi istituzionali superiori la possibilità di modificare il contenuto delle disposizioni sull’impiego dei giocatori da riportare già nel comunicato numero 1 (la cui data di pubblicazione non è ancora nota). Nella stessa riunione, a quanto appreso, si sarebbe anche detto che il provvedimento avrebbe potuto interessare anche Serie A2 e B dove la gran parte delle società stavano incontrando le medesime criticità della Serie A, per cui i club delle categorie inferiori si aspettano che la nuova disposizione possa riguardare anche loro.


Sulla convocazione del Consiglio Direttivo, invece, si fa riferimento solamente all’incremento del “non formato” in seguito alla richiesta avanzata dalla Serie A. Che sarà solo il massimo campionato, dunque, a beneficiare dell’eventuale correzioni delle regole di partecipazione? Detto con chiarezza, anche se la richiesta è giunta dalla Serie A la Divisione dovrebbe estendere, per logica, anche alle altre due categorie maschili il provvedimento, in considerazione proprio delle difficoltà che anche le società di A2 e B stanno incontrando per il reperimento di quei giocatori italiani e “formati” obbligatori per rispettare le regole introdotte dalla riforma per la stagione appena subentrata.


Un “non formato” in più per tutti, ovviamente a discrezione delle società, una determinazione che verrebbe incontro alle esigenze di quei club che soprattutto per evidenti difficoltà logistiche e demografiche si trovano in piena emergenza e rischiano addirittura (un esempio eclatante è l’Atletico Cassano) di mettere fine all’attività agonistica. Certo, sarebbe un piccolo aiuto ma anche un apprezzabilissimo atto di collaborazione da parte della Divisione Calcio a 5 per attenuare il forte stridio provocato dall’approvazione della riforma, nel rispetto del fatto che è la Divisione a dover stare a disposizione delle società che la formano e non il contrario come invece accade.


Fermo restando che questa appendice non andrà sicuramente a inficiare il percorso dei ricorsi avviati da Kakà, Pozzi e per ultimo Victor Mello, che dopo i prevedibili giudizi endofederali negativi (anche se l’ultimo, quello della Corte Federale d’Appello, è da considerare una mezza vittoria), al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI potrebbero far cambiare direzione a una vertenza in cui, vogliamo ancora una volta ricordarlo, giocatori che sono cittadini italiani e hanno vestito la maglia della Nazionale invocano il diritto a poter giocare a futsal nel paese che li accoglie da tanti anni e ha dato loro cittadinanza e, soprattutto, diritti (e doveri).