
20/03/2023 17:15
A Maser il match tra Sporting Altamarca e Olimpia Verona andato in scena sabato scorso è stato uno spettacolo emozionante. Il match si è concluso con un rocambolesco 3-3, dopo che gli scaligeri sono stati capaci di recuperare due reti di scarto sul punteggio di 3-1 per i padroni di casa. La formazione veronese sarebbe pure riuscita a portare a casa i tre punti se la botta dal limite dell'area liberata da Leléco quando mancavano circa otto secondi al termine del match non avesse trovato l'opposizione di un provvidenziale Gabriel Miraglia. Quella del portiere italo-brasiliano è stata l'ennesima prestazione da applausi, giunta tra l'altro in concomitanza con un evento speciale: il suo raggiungimento delle 100 presenze in maglia Sporting Altamarca: è il settimo giocatore biancoblù a riuscirci.
“Mi avevano avvisato prima – ammette con un sorriso Miraglia all'inizio dell’intervista post-gara rilasciata ai microfoni dell'ufficio stampa trevigiano -, perché io non sono uno che tiene i conti. E' un traguardo importante che mi fa molto piacere: io sono uno che ci mette sempre il cuore e arrivare alle 100 presenze con una prestazione così importante da parte mia e della squadra mi rende davvero contento".
Gabriel non poteva quindi chiedere di meglio: una traguardo storico tagliato dopo una stoica performance collettiva da incorniciare.
"Tutta la squadra ha prodotto una prestazione importante, perché abbiamo giocato contro la capolista in una situazione in cui eravamo pochi, perché avevamo fuori tre giocatori importanti, cioè Alvise Rosso, Alemão e Carlos del Mestre che comunque abbiamo poi recuperato durante la partita. Ripeto, raggiungere le 100 presenze dopo una gara così mi rende felice: una serata speciale. Peccato però perché potevamo portare a casa i tre punti, ma ci sta: così è lo sport”.
Oltre alle assenze ha pesato però anche l'espulsione per doppia ammonizione di Ouddach, giunta al 14' della ripresa.
"Mi dispiace per l'espulsione di Hamza; sicuramente è stato un episodio che ci ha condizionato, ma fa parte dello sport, è qualcosa che succede. Purtroppo non siamo stati abbastanza bravi nel rispondere alla situazione dell'inferiorità numerica. Riguardo la gara di Carlo, devo fargli i complimenti perché ha fatto una partita davvero spettacolare, dimostrando di essere un giocatore completo. Noi a casa guardiamo tanto il tabellino e chi segna, però io, da portiere, controllo anche chi mi dà una mano a difendere".
Miraglia svela poi i retroscena della preparazione tecnico-tattica di una sfida così delicata.
"Noi ci siamo allenati in settimana, strategicamente parlando, come ci ha chiesto il mister, nell'andare a pressare l'avversario per limitare l'uno-contro-uno, senza contate ovviamente la loro esperienza e il fatto di avere un pivot forte quale Ortega o altri giocatori di qualità come Alba e Titon che sicuramente squilibrano la dinamica del gioco. Per quanto riguarda il fatto di giocare contro un pivot che si gira tanto, io da portiere cerco di attaccarmi un po' al difensore perché nel caso in cui l'avversario si giri io sono pronto a chiudere lo specchio. Sono situazioni in vista delle quali cui ci alleniamo anche con Nogara. Eravamo pronti per affrontare questa gara, siamo partiti un po' impauriti perché abbiamo una squadra giovane e davanti avevamo la capolista, ma ci può stare".
Come detto, Miraglia è stato decisivo negli ultimi scorci di partita, ma l'estremo difensore, con sincera umiltà, frena gli entusiasmi generali (più che legittimi).
"Negli ultimi minuti abbiamo subìto tanto, ma era già previsto, soprattutto per una questione di fiato: fisicamente non riuscivamo a reggere la pressione durante tutta la gara visto che eravamo in quattro o cinque. Riguardo la mia parata, che posso dire? Mi alleno per questo, ci metto il cuore; poi sono stato anche fortunato nel leggere bene la situazione perché in un tiro così ravvicinato bisogna metterci un po' di tecnica e di riflessi, ma se non leggi l'azione, fai fatica ad arrivarci".
Foto: Priarollo