
26/08/2024 17:00
Un ritorno sulla scena del futsal non sappiamo quanto annunciato, ma di certo molto atteso. Antonio Dario alla fine si è convinto, non ha resistito alla tentazione di rimettersi in gioco a tre anni e mezzo dalla delusione di Ponte Galeria, quanto dovette soccombere a Luca Bergamini nella corsa alla presidenza del post-commissariamento.
In questo tempo ha concentrato le sue attenzioni non solo sulla sua professione di avvocato, ma anche sulla Luparense di Stefano Zarattini, impegnata nella Serie D di calcio. Ma quanto la passione si mixa con l’amore e nel sangue scorre il verbo del futsal, difficile alla fine restare solamente a guardare. E con un futsal italiano che langue, la voglia di voler fare qualcosa di nuovo per ridare valore alla disciplina è stata la molla che lo ha spinto a tornare sulla scena pentacalcistica.
“Il mio desiderio - spiega Antonio Dario - è quello di governare in sintonia con persone che conoscono ed amano questo sport. Persone dotate di competenze maturate nel corso della loro vita sportiva come dirigenti di club e federazione. La presenza di Zaccardi, Calegari e Di Berardino ci garantisce, qualora fossimo premiati in questa tornata elettorale, un pieno delle su descritte qualità messe a disposizione con spirito esclusivamente volontaristico, per realizzare, senza sbandamenti e compromessi, l’idea di futsal del candidato presidente e della nostra squadra. Farlo diventare mediaticamente uno sport indoor in grado di competere con basket e volley. Unica via per la sostenibilità di grandi e piccole società. L’entusiasmo e la freschezza poi dei nuovi candidati consiglieri Mallamaci, Forni e Patti e Antonini, garantiscono la necessaria benzina a una macchina che ha ben chiara la propria meta e la direzione da percorrere”.
- Come hai maturato il desiderio di tornare a vivere il futsal in prima fila?
“Non pensavo di rientrare, ma la via del declino che ha imboccato il mio sport preferito mi ha fatto cambiare idea. Ho avuto la fortuna di vivere in prima persona forse il momento di apice della disciplina e la convinzione che si possa tornare a quei momenti, ed anche superarli, con una dirigenza competente e focalizzata sull’interesse comune e non a quello personale, ha prevalso”.
- Quali sono le sacche della delusione che hai individuato vivendo esternamente l’ultimo quadriennio e sulle quali intendi concentrare le dovute correzioni per riportare in auge il futsal.
“In questi quattro anni si è perso il concetto di mutualità: il sistema calcio a cinque è diventato una palafitta apparentemente bella da vedere ma con basi sempre meno solide e quindi destinata presto a crollare. Si è persa la bellezza dei momenti importanti di una stagione: le Final Eight di Coppa Italia, le finali scudetto, la Coppa della Divisione nella sua versione più autentica… alcuni campionati si sono ridotti a tornei quasi da bar, da 11 e addirittura 9 squadre… perché quando i ripescaggi diventano la regola mortificano il valore sportivo delle competizioni e poi, quando i buchi diventano troppi o grandi, non bastano nemmeno più le pezze, vedi quanto accade in Serie B femminile ma anche B maschile. Un movimento in crisi - sottolinea Dario - che si riflette anche sui risultati della Nazionale e su quella dell’unico club che va in Champions League. E quando c’è poco o niente da mettere in vetrina il pubblico si allontana e i giovani non si avvicinano. Un’ultima nota riguarda il tema delle regole certamente indispensabili per l’esistenza di un sistema organizzato ma che necessariamente vanno condivise, ragionate, rese funzionali e programmate per tempo. Cioè tutto il contrario di quello che è accaduto in questi quattro anni da parte di un consiglio direttivo che perde il suo vertice ma rimane identico ed uguale a se stesso. E si sa - la chiosa di Antonio Dario - che il lupo cambia il pelo ma non il vizio”.