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12/01/2022 22:35

Ceppi e la riforma della Serie A2. ''Vanno ridotte al minimo le differenze attuali con la Serie A''

Fanno discutere le scelte della Divisione. In positivo la volontà di qualificare il campionato di Serie A2 avvicinandolo in più possibilmente, almeno sul piano strutturale, alla Serie A. Ma in negativo pensando alla scelta di cambiare la formula per l’assegnazione delle promozioni, che ha sollevato - e continua a raccogliere - dissensi. La categoria continua a contestare a piazzale Flaminio una mancanza di chiarezza e un dialogo ai minimi termini: d’altronde, la Divisione ha fornito spiegazioni piuttosto superficiali per spiegare il perché dell’introduzione dei playoff per assegnare le quattro promozioni nella prossima Serie A e la cosa non è andata a genio agli addetti ai lavori maggiormente interessati da questa anomala novità.

Davide Ceppi, tecnico dell’Active Network leader già campione d’inverno nel girone C, evidenzia quanto sia concreto il rischio che si disputi un secondo campionato dopo il primo spareggio tra le vincitrici dei gironi, e non solo.

“Dai playoff dovranno uscire solamente due squadre, quindi ci saranno una serie di partite da disputare, ma il peggio, secondo me, sarà per la perdente del primo turno, che pur avendo vinto il girone dovrà aspettare alcuni settimane senza competere ufficialmente, e rischia di arrivare al secondo tentativo di salire di categoria con poco ritmo sulle gambe”.

- Nelle sue spiegazioni la Divisione ha evidenziato la necessità di dover armonizzare il rapporto promozioni-retrocessioni in funzione di una riduzione dei gironi della Serie A2 a partire dalla prossima stagione. Intenzione che è stata come riferita sotto voce alle società “mascherandola” nel comunicato 34. Ti sei domandato il perchè di questo comportamento alquanto anomalo?

“Non saprei sinceramente, sta di fatto che ‘derogare’ una NOIF così importante, creerà un precedente importante: la mia opinione è che chi vince il girone ha il diritto di salire di categoria, tutte le diverse motivazioni non mi convinceranno mai, e mi auguro che la FIGC spieghi chiaramente il come mai di questa concessione della deroga o, meglio, ci ripensi”.

- Era sintomatica la necessità che ad un crescente livello qualitativo della Serie A dovesse corrispondere anche una qualificazione dell’attività minore partendo dalla Serie A2. In base alla tua esperienza, quale dovrebbe essere la formula giusta per dare alla seconda divisione l’identità di un campionato che si possa il più possibilmente avvicinare a quello di massima serie?

“Una riforma è, a mio avviso, assolutamente necessaria: il numero dei gironi in A2 deve diminuire considerevolmente, e allo stesso tempo si devono introdurre regolamenti che si avvicinino o addirittura siano aderenti alla massima serie. Ma soprattutto si deve ‘moderare’ in modo forte, le tante, troppe deroghe che si applicano di volta in volta”.

- Formula nuova, regola nuova. Sei dell’idea che con un format diverso vengano introdotte normative sull’impiego dei calciatori più in linea con il potenziale di investimento dei club e anche più allineate a quelle in vigore per la Serie A? Nel complesso sei concorde che vadano introdotte regole sui giocatori che si assomiglino a quelle, ad esempio, in vigore nella Liga spagnola?

“Si deve valutare molto bene quali regolamentazioni far aderire tra A e A2, ma in generale sarei d’accordo nel ridurre al minimo le differenze tra le categorie”.