14/02/2022 21:02
Si è concluso da pochi minuti il Consiglio Direttivo della Divisione Calcio a 5. Un Consiglio caldo, che rappresenta certamente una svolta quasi epocale per il movimento futsal italiano. Queste le parole del presidente Mario Bergamini durante il Consiglio stesso.
"Apro questo Consiglio Direttivo con un argomento improcrastinabile, quello della distonia fra il numero di giocatori formati e non formati che col passare del tempo ha creato un grande distacco fra la base e il vertice. Sin dal primo giorno della mia presidenza, l'impegno è sempre stato finalizzato ad avvicinare la base con il vertice, per rendere il più omogeneo possibile il tutto. Il corto circuito che si è generato con le società ha portato i club a non fare attività sul territorio, senza più riuscire a creare giocatori e talenti che negli anni passati avevano creato grande valore per il movimento. Per logiche di comodità e facilità, si è creata una corsia diversa, parallela, scegliendo prodotti finiti, calciatori già pronti, senza più fare formazione attraverso gli allenatori: questo ha generato un'insostenibilità per un percorso sano e virtuoso. Il campanello d'allarme è arrivato da numeri imbarazzanti sotto gli occhi di tutti: delle 19 squadre che hanno vinto lo Scudetto nella storia del futsal italiano, ne sono rimaste solo tre con la stessa struttura giuridica e/o matricola. I numeri intercettati relativi all'impiego dei calciatori sono sconcertanti, come l'80% di utilizzo in campo di giocatori non formati, oppure lo 0% di minutaggio degli Under 20. Questi dati sono reali, non possiamo far finta di niente e ignorarli ancora. Ovviamente non c'è e non ci sarà una soluzione sola, la riforma dei limiti di partecipazione al gioco va a intercettare altri lavori che sono in piedi: il supporto allo sviluppo dell'attività giovanile, un tavolo di lavoro col settore tecnico per implementare i processi di formazione, quello legato a una maggiore strutturazione della classe dirigenziale, degli uffici stampa, della comunicazione, delle segreterie. Serve crescere sotto ogni punto di vista per rendere più solido un movimento che a oggi appare estremamente traballante e non in linea con le aspettative di una crescita importante. Ci tengo infine a sottolineare che i risultati della Nazionale e delle nostre squadre di vertice sono solo parzialmente collegati a tutto questo ragionamento. Le riforme sono un'evoluzione di un percorso di crescita necessario per il bene comune. Sogno una Nazionale multietnica e multirazziale, che sia figlia della nostra formazione".