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24/02/2021 20:30

Il CONI: "La FIGC dica quali campionati sono a carattere nazionale". La C1 forse ripartirà. Ma come?

Non sappiamo se la determinazione che il CONI ha assunto nel corso della giornata odierna (LEGGI QUI) possa costituire un elemento a vantaggio o meno della ripresa dell’attività calcistica minore, e ci riferiamo specificatamente ai campionati dilettantistici regionali (Eccellenza e Serie C femminile di calcio a undici, Serie C1 maschile e Serie C femminile di calcio a cinque) ritenuti di vertice e di fatto potenzialmente configurabili con quell’attività giudicata di carattere nazionale che già alla fine del mese di ottobre dello scorso anno era stata considerata discriminante per la ripresa dei campionati organizzati dalla Divisione Calcio a 5.


Cosa stiamo dicendo? Che il CONI, in sostanza, ha restituito al mittente, ossia la FIGC, l’onere di decidere se i campionati regionali di cui sopra siano da considerare a carattere nazionale, facendo capire nella sua risposta che il peso sulla ripresa dell’attività regionale di vertice di fatto ricadrà sugli organi istituzionali, ossia FIGC e, soprattutto, a cascata, LND.


COSA DICE IL CONI? - “In relazione alle numerose richieste e sollecitazioni pervenute al Comitato Olimpico Nazionale da parte di società e tesserati interessati al Campionato di Eccellenza del calcio, il CONI precisa che ai sensi del DPCM vigente, gli eventi e le competizioni riconosciuti di interesse nazionale sono tutti gli eventi e le competizioni ricompresi nell’arco temporale dello stato di emergenza prorogato sino al 15 aprile 2021, programmati e fissati con sufficiente anticipo nei calendari agonistici, con date e luoghi certi, individuati dalle Federazioni Sportive Nazionale, dalle Discipline Sportive Associate, dagli Enti di Promozione Sportiva ovvero dagli Organismi Sportivi Internazionali.

 

Pertanto nessuna decisione sul Campionato di Eccellenza può essere attribuita al CONI che si limita a recepire quanto deciso e trasmesso dalle singole Federazioni Sportive Nazionali, quindi nel caso in questione dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio”.


Questa la valutazione data dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano riferendosi al campionato di Eccellenza di calcio a undici ma che riguarda nel concreto anche l’attività del futsal. Il CONI, insomma, comprendendo il significato della richiesta fa capire che la sua funzione è limitata nel recepire le disposizioni organizzative delle singole Federazioni Sportive. Cosa che fece lo scorso ottobre, quando chiese e ottenne dalle varie istituzioni agonistiche l’elenco delle competizioni che avevano appunto carattere nazionale e pertanto rispondenti a quanto richiesto dal Governo attraverso il DPCM varato in quei giorni di rinnovata emergenza sanitaria.


COSA SUCCEDERA’ A QUESTO PUNTO? - La cosa positiva è rappresentata dal fatto che la determinazione per stabilire la ripresa dei campionati di vertice a livello regionale (e per campionati di vertice intendiamo quelli che hanno interconnessioni con quelli nazionali tramite i meccanismi di promozione e retrocessione, ossia di pertinenza nazionale) potrà essere semplicemente comunicata dalla FIGC dopo aver demandato alla LND l’opportunità di stabilire se ricorrono o meno le condizioni per comparare l’attività di vertice regionale a quella di carattere nazionale, LND che a sua volta demanderà il compito ai singoli Comitati Regionali per la gestione di merito dell’attività sul territorio. 


Il problema semmai sarà come poter procedere con la riorganizzazione di quel che resta da giocare dei vari campionati nel rispetto delle attuali normative per il contenimento del contagio da Covid, che rappresenta il vero snodo di tutta la questione, considerando gli elevati costi ai quali le società dovrebbero esporsi per consentire il regolare svolgimento dei programmi una volta che questi saranno ricalendarizzati. La Lega Nazionale Dilettanti, nel corso del Consiglio Direttivo del 5 febbraio, aveva espresso la propria volontà di attivarsi nei riguardi della FIGC per chiedere il ristoro di quelle spese che i club avrebbero dovuto affrontare per l’attuazione del protocollo, determinante per poter disputare regolarmente gli impegni ufficiali, ma il confermato presidente federale Gabriele Gravina ha già chiarito che la FIGC ha erogato contributi per fronteggiare questa necessità e da questo punto di vista la situazione appare piuttosto indirizzata e non sappiamo quanto possa essere derogabile.


Sul piano pratico, infine, ci saranno da risolvere almeno due questioni. La prima è la scelta di formule di svolgimento tali da poter ottimizzare la durata di quel che resta da disputare della stagione (o di quel che si cercherà di disputare) nell’arco dei quattro mesi scarsi che conducono alla chiusura naturale della stessa, fissata normativamente per il 30 giugno. La seconda è la determinazione (e questo regione per regione) di quelle società che facoltativamente intenderanno riprendere l’attività, fermo restando - come ha chiarito la LND già lo scorso 5 febbraio - che verrà promossa una istanza al Consiglio Federale di nuova elezione di procedere con una deroga agli articoli delle NOIF concernenti l’organizzazione dei campionati, consentendo in via straordinaria, a quelle società che non eserciteranno la possibilità di ripartire, di conservare il titolo sportivo e di poter presentare la richiesta d’iscrizione alla medesima categoria per la stagione successiva. Ma riguardo a questo non ci sono ancora indicazioni al riguardo.