
11/04/2025 18:20
L'ultima giornata di Serie A2 disputatasi sabato scorso, che ha visto l'Imolese dover rispettare il turno di riposo (terminando quindi prima degli altri la propria stagione), non ha regalato alcun miracolo in volata: i rossoblù, che erano matematicamente ancora in corsa per i playoff, hanno dovuto alzare le mani davanti all'amaro verdetto della matematica, in verità già accettato nella sua dimensione virtuale due settimane prima, a seguito della sconfitta casalinga con l'Atlante Grosseto. E così, alla fine di una stagione in cui i romagnoli erano partiti con il freno a mano tirato prima di trovare delle buone quadrature nella seconda parte del girone B, abbiamo scambiato due parole con mister Leonardo Vanni per tracciare un bilancio di un campionato che oltre ai bocconi amari ha regalato anche delle soddisfazioni.
- Mister, alla fine i playoff non si sono concretizzati, come un po' ci si aspettava da qualche settimana. Questo però non cancella i progressi compiuti in stagione dopo una prima parte di stagione che avrebbe potuto tagliare le gambe a tante altre squadre, ma non a voi: è così?
"Alla fine abbiamo avuto tantissime possibilità di guadagnarci i playoff e non siamo stati capaci di farlo, il campo ha detto che non eravamo pronti. Troppo altalenanti per tutto il campionato, squadra giovanissima che ha pagato molto l‘inesperienza nella prima parte del campionato".
- Eravate partiti con solo un paio di giocatori fatti e finiti. Con l'aggiunta di Lari e Petragallo a Kakà e Vinicinho però avete avuto un poker di giocatori esperti da affiancare ai vostri tanti giovani dando una svolta alla stagione; pensi che proprio con questa proporzione, cioè con tre-quattro "senatori" e la rosa restante formata dai giovani, si possa portare avanti la vostra politica a un livello competitivo ed economicamente sostenibile anche nelle prossime stagioni?
"Purtroppo i giocatori di categoria scarseggiano e le squadre del nazionale sono obbligate a formare roster con giocatori ancora non pronti, a volte anche a peso d’oro. Noi stiamo lavorando bene con i giovani ed è giusto dare loro l’opportunità quando se la meritano. La proporzione giusta tra esperti e giovani non so quale sia e penso che in realtà sia molto dettata dal territorio in cui è la squadra, da noi ormai i giocatori da A2 si contano sulle dita ed iniziano ad essere in tanti a cercarli; noi abbiamo deciso di non partecipare ad aste e di formare in casa i giocatori e questa sarà la scelta anche in futuro".
- E riguardo il "ritorno" del marchio Imolese nel futsal, che ci dici? C'è stata una buona risposta dall'esterno che getta buone basi per il rilancio futuro del club?
"Giocare a Imola con il nome Imolese è sicuramente speciale. Devo dire che la risposta c’è stata e credo che in futuro sarà sempre più importante, sperando anche nell’aiuto dell’amministrazione che ci ha promesso una struttura finalizzata al calcio a 5. Per il futuro bisognerà lavorare maggiormente con il territorio perché è l’unico modo per poter continuare ad esserci e costruire qualcosa".
l.m.