
06/01/2022 09:11
Ha fatto molto discutere la decisione della Divisione, sentito il parere della FIGC, di modificare in deroga l'articolo 49 delle NOIF che regolamenta le modalità per la promozione, disponendo il diritto per le società vincitrici del campionato di chiedere l'iscrizione alla categoria superiore. Sicuramente un concetto che rischia di penalizzare quei club che hanno investito molto per puntare alla promozione diretta. Tra questi c’è sicuramente l’Active Network Viterbo, capolista del girone B della seconda divisione nazionale. Il tecnico David Ceppi ha sempre osteggiato questo nuovo regolamento e ci esprime il suo pensiero in merito ad un argomento che continua a sollevare molte perplessità.
“Non lo trovo giusto, soprattutto perché il comunicato è arrivato dopo che le società avevano preso un impegno, pagando l’iscrizione al torneo. Se una società decide di partecipare ad una manifestazione, si organizza in base alle regole in essere, cambiarle poco prima dell’inizio del campionato e senza consultare le stesse società, non mi sembra una cosa corretta. In più, derogando un articolo delle NOIF così importante, si rischia di creare un precedente di assoluta rilevanza: tutto si può derogare in base alle esigenze allora?”.
- Sono state molte le società che hanno apertamente contestato questa nuova regolamentazione, chiaramente discriminatoria nei confronti delle vincitrici di girone, anche perchè due di loro, perdendo le “finali”, si ritroveranno in competizione con le migliori classificate in un “secondo campionato”. Tu che hai seguito l’evoluzione della situazione, puoi darci i numeri di questa protesta e in cosa si è tradotta in fatti concreti? La Divisione pensi che possa tornare sui suoi passi?
“Da quello che mi risulta, sono molte le società che hanno aderito ad una richiesta di spiegazioni, oltre 40. Io personalmente non credo che le cose possano oramai cambiare, ma ritengo giustissimo che le società si siano allineate per chiedere lumi su tale decisione, altrimenti il silenzio poteva diventare complice”.
- Secondo te l'errore che è stato commesso alla base di questa determinazione è la conferma di quanta poca attenzione sia stata riservata alle categorie inferiori, con l’A2 “sacrificata” davanti alle richieste della Serie A?
“Non è semplice rispondere a questa domanda, si può pensare che erano stati fatti dei programmi che, poi, non hanno trovato riscontri positivi. Magari le idee potevano anche essere supportate e giuste, ma ripeto, non sono mai state condivise con le società di A2”.
- Vincere il girone e non avere la certezza di salire in Serie A nonostante la doppia possibilità che il nuovo regolamento concede: può essere un deterrente psicologico?
“Per chi non ha la possibilità di creare roster importantissimi, certamente si, vincere una guerra dopo tante battaglie e non avere la certezza della promozione, disturba, soprattutto perché credo sarà una tantum. E comunque, voglio ricordare, che questa riforma, non tocca solamente chi ha ambizioni di promozione, ma innalza anche le retrocessioni (14 il numero totale, n.d.c.), credo che proprio per questo alla richiesta di spiegazioni abbiano aderito un numero cospicuo di società”.