
06/08/2023 10:42
Cosa dire il giorno dopo il varo degli organici e dei gironi sulla nuova geografia del futsal maschile e femminile italiano? Nulla di nuovo, in primis, perché la maggior parte delle soluzioni erano sostanzialmente indirizzate dai tanti aspetti di carattere geografico, logistico e organizzativo che nella maggior parte dei casi hanno semplificato gli accorpamenti. Ma si poteva fare meglio, anzi in alcuni casi decisamente meglio: era l'occasione giusta affinché chi ha processato i gironi potesse distinguersi sul piano delle scelte eque, ma in alcuni casi non è stato così.
Inutile tergiversare sui gironi unici dei campionati di Serie A: le ammissioni di Active Network Viterbo e Mantova erano attese da tempo, semmai è stato imbarazzante il silenzio di piazzale Flaminio sulla comunicazione delle rinunce di Pescara e Real San Giuseppe, annunciate con largo anticipo prima che spirassero i termini delle iscrizioni, una scelta veramente difficile da comprendere anche perché tutte le operazioni di #futsalmercato registrate precedentemente alla "dead line" del 14 luglio e le consequenziali decisioni delle due società di non avviare le procedure telematiche, non rappresentavano certo un segreto da dover tutelare senza spendere nemmeno lo straccio di un comunicato.
Ecco, se vogliamo dirla tutta, la Divisione Calcio a 5 è mancata proprio nella comunicazione, perché fino alla determinazione ufficiale di ieri, da piazzale Flaminio 9 non è arrivata la più sbiadita notizia sullo stato della situazione. Non che a noi di Calcio a 5 Anteprima abbia creato difficoltà, potremmo dire tutt'altro visto che proprio dal 14 luglio a seguire le nostre utenze sono state bombardate da telefonate e messaggi con cui tantissimi club, di tutte le categorie, chiedevano informazioni su come stavano procedendo le cose in un momento assolutamente strategico della stagione. Questo perché, al contrario di altri, siamo stati come sempre gli unici a cercare di offrire - nel corso delle settimane - un quadro il più possibilmente realistico, proponendo anche argomenti sui quali molte società e tanti addetti ai lavori si sono confrontati, dimostrando un'ampia convergenza con le nostre opinioni.
Da una situazione comunicazionale largamente insufficiente, semmai c'è qualcuno che è uscito confortato da un crescente apprezzamento delle teorie sostenute (anche se non sono mancate certo le valutazioni contrarie, rispettabilissime d'altronde) quello è stato proprio il nostro modo di fare informazione, in maniera obiettiva e circostanziata, motivata e suffragata - permetteteci di dirlo - anche dalla conoscenza della materia, figlia di una decennale presenza del nostro staff nel mondo dell'informazione sportiva e di tutti gli ambiti del futsal in particolar modo. Per cui non possiamo far altro che ringraziare tutti gli addetti ai lavori, rappresentanti di moltissime società, per l'attestazione di fiducia mostrata nei nostri confronti.
I CASI INCONDIVISIBILI - In attesa di capire anche le reazioni di Napoli Barrese e Lido di Ostia in merito alle loro esclusioni dai campionati di A2 e B (LEGGI QUI IL NOSTRO SERVIZIO DEL 5 AGOSTO), torniamo al centro dell'argomento di questo servizio del giorno dopo, perché le nostre attenzioni, l'indomani della definizione degli organici e della composizione dei gironi, non potevano non andare su alcune situazioni sulle quali il nostro pensiero non condivide minimamente l'interpretazione data dai consiglieri della Divisione sulle modalità di impostazione di alcuni gironi. Ripetiamo, in molti casi c'era poco da argomentare e inventarsi soluzioni, questa o quella squadra in questo o quel girone non cambiava nella sostanza il disegno geografico dei nuovi campionati che avevamo provato ad anticipare nei nostri servizi del post 14 luglio. Però sulla scelta di comporre due gironi da 13 squadre in A2 Elite e poi sulla questione del girone D di Serie A2 (e di riflesso sulla collocazione delle laziali), restiamo saldamente ancorati sulle nostre posizioni e da li non ci muoviamo.
Intanto, è stata oltremodo penalizzante la scelta di spedire il Cesena nel girone B della natia Elite, imponendo al club romagnolo trasferte bibliche (i bianconeri dovranno andare, tra le varie destinazioni, due volte in Sicilia e una nel sud della Calabria), con il viaggio più corto stimato in poco più di 300 chilometri, vale a dire la doppia tappa capitolina in occasione dei confronti con Lazio e Roma. Cosa abbia motivato questa decisione? Di certo l'atto di inserire il Cesena nel girone meridionale senza dubbio lascerà a lungo quelle perplessità che già il solo pensiero che un fatto del genere si fosse potuto verificare aveva di per se sollevato. Ma soprattutto, ci piacerebbe comprendere il motivo per il quale si è optato per la definizione di due gironi da 13 squadre, cioè di numero dispari, quando la medesima condizione era stata scartata categoricamente per la Serie A (anche femminile: vedi i comunicati 430 e 431 del 30 dicembre 2022), per evitare che si venissero a creare i presupposti per un calendario con un turno di riposo settimanale.
Domandiamo: ma la nascita della Serie A2 Elite non era stata giustificata dalla necessità di avvicinare la seconda categoria nazionale allo standard proprio della Serie A? Ora, ammesso e non concesso che con 26 squadre iscritte la soluzione matematicamente più logica era appunto quella di impostare due gruppi da 13 compagini ciascuno, perché l'idea di poter creare due gironi numericamente differenti - ossia l'A da 14 e il B da 12 unità - non è stata cavalcata seppur teorizzata? E' vero che si sarebbero dovuti prevedere almeno quattro turni di sosta per uniformare i calendari dei due raggruppamenti, ma si poteva risolvere la problematica concedendo intanto un ristoro alle società del girone meridionale calcolato sul minor numero di gare disputate a parità di quota di iscrizione (che ricordiamo esser stata di 19800 euro, oltre a 15000 euro di fideiussione: non parliamo certo di spiccioli), quindi prevedendo un minor numero di retrocessioni rivedendo anche il meccanismo di playoff e playout; ma con il fine di evitare al Cesena il giogo di una stagione infernale fatta di trasferte interminabili (tanto per intenderci per andare a Regalbuto e Melli il Cesena dovrà sobbarcarsi quasi 1200 chilometri di pullman a tratta!), che veramente lasciano un profondo sconcerto. E non andiamo oltre.
In Serie A2, non c'è stato nulla da fare: le cinque siciliane e le sei pugliesi comporranno con il Lamezia il girone D. Un girone dantesco, infarcito da difficoltà epocali, trasferte che impongono tre giorni di viaggio con il danno aggiuntivo di 20/25000 euro di spese: ma a chi ha deciso di partorirlo evidentemente tutto ciò non è balzato all'occhio. Perché sarebbe bastato prendere una cartina geografica per rendersi conto che spedire cinque siciliane sei volte in Puglia e sei pugliesi cinque volte in Sicilia era un atto sconsiderato, definito senza riflettere e senza usare il buon senso che in questo caso sarebbe stato la chiave di volta di un problema che si sarebbe potuto tranquillamente risolvere indirizzando in Sicilia sette delle nove laziali. Sappiamo che le 11 squadre di Puglia e Sicilia, dopo averne discusso tra di loro, chiederanno alla Divisione un contributo di entità tale da attenuare l'ingente esborso economico previsto appunto per la maggiorazione dei costi di trasferta, che diciamolo con tutta la franchezza possibile, sarebbe dovuto risultare un atto proprio della Divisione, capace di interpretare le enormi difficoltà che una scelta del genere avrebbe comportato per ciascuna società riguardo la gestione dei costi. Insomma, un'altra occasione di dialogo sprecata.
Calcio a 5 Anteprima ha appoggiato dichiaratamente questa iniziativa consapevole del considerevole disagio al quale le società interessate sarebbero state esposte, sottolineando la banalità della mera scelta di carattere geografico data - come ci è stato riportato da alcuni club - per giustificare la composizione del girone D: ma non c'è alcun articolo delle NOIF che legittima normativamente la questione territoriale, ciò che serviva era solo quel minimo di buon senso di adottare una soluzione equa che invece non c'è stata. Come lo sarebbe stata, appunto, quella di pianificare un girone siculo-laziale avvantaggiato dai numerosi collegamenti aerei esistenti tra Roma e Catania o Roma e Palermo, a costi agevolati, che non avrebbero inficiato sulle casse dei club. Sia chiaro, che da parte nostra, strenui sostenitori di questa ipotesi, non c'era la minima volontà di voler penalizzare le società del Lazio, di cui comprendiamo gli sforzi comunque compiuti per la meritocratica partecipazione ai nuovi campionati, ma obiettivamente una trasferta in Sicilia organizzata con il dovuto anticipo (come è stato dimostrato prontuario voli Ryanair alla mano) costa addirittura meno di un trasferimento in pullman sulla Costa abruzzese.
Pertanto, il raffronto che viene automaticamente da fare è proprio questo: come è possibile comparare il girone C, composto da sette squadre laziali e quattro abruzzesi, non solo con il girone D ma persino con il girone A, che spazia dal Friuli Venezia Giulia alla Valle d'Aosta abbracciando Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna fino alla Sardegna, vista la presenza del Sestu? Anche qui chiediamo il perché di scelte che altrettanto imporranno alle società un grosso sforzo organizzativo oltre che economico, al contrario di altre che avranno la possibilità di sfidarsi nel raggio di poche decine di chilometri? Non sarebbe stata, piuttosto, apprezzata quell'equità decisionale che avrebbe comunque permesso di arrivare alla formulazione di gironi certamente equilibrati sia nella forma che nella sostanza?
Per quanto riguarda, infine, la Serie B, l'unica eccezione che sorge spontanea (ma ci ricolleghiamo a quanto detto inizialmente: le soluzioni erano pressoché scritte) è quella legata all'inserimento del Monastir nel girone del Triveneto, che francamente ci lascia imbarazzati. Che senso ha mettere una squadra sarda in un girone e le altre sette dislocarle con piemontesi e lombarde nel girone A, e parte delle laziali nel girone E? A questo punto non sarebbe stata più sensata una distribuzione più lineare in quei raggruppamenti dove ci sono a disposizione scali in grado di agevolare i trasferimenti aerei da e per la Sardegna, ossia due squadre a girone tra A, B, C ed E? A nostro avviso anche questa sarebbe stata una soluzione più che equa, ma chi ha composto i gironi evidentemente non l'ha pensata così. Amen!