
01/08/2023 23:45
Si conoscerà venerdì sera la composizione sia degli organici che dei gironi dei campionati nazionali tanto maschili quanto femminili, ma sono già diversi giorni che si respira aria di fibrillazione per le indiscrezioni filtrate riguardo la strutturazione dei quattro raggruppamenti in cui verrà articolata la Serie A2 maschile. Ci sono delle criticità ed è innegabile, che interessano specificatamente il settore meridionale della Penisola, dove si concentra il minor numero di squadre partecipanti a quella che, con la riforma dei campionati, è diventata la terza divisione nazionale: ci riferiamo ai club della Puglia (6) e della Sicilia (5), con nel mezzo l'unica superstite calabrese, ossia il Lamezia, un totale di 12 squadre che, ironia della sorte, potrebbero confezionare d'amblè un girone senza dare resti.
Ma di quali criticità stiamo parlando? Una serie di problematiche che si intrecciano tra di loro creando serie condizioni di difficoltà, sia organizzative che logistiche e che poi inevitabilmente si traducono in un aumento esponenziale dei costi sia per le formazioni siciliane, che potrebbero trovarsi costrette a viaggiare per sei volte in Puglia, che analogamente per quelle pugliesi, che a loro volta rischiano di accollarsi cinque trasferte nell'isola.
Calcio a 5 Anteprima aveva indirettamente portato a galla la questione quando, nel servizio dello scorso 22 luglio (LEGGI QUI), aveva ipotizzato la composizione dei gironi della Serie A2 edizione 2023/2024. In quelle righe, analizzando la situazione valutando soprattutto la gestione delle trasferte attraverso i collegamenti e le direttrici stradali, avevamo azzardato una soluzione che prevedesse la composizione di un girone composto da 7 squadre laziali e 5 siciliane, che avrebbero potuto complessivamente beneficiare della frequenza dei voli aerei tra la Capitale, Catania e Palermo anche a costi oltremodo contenuti viaggiando con le compagnie low-cost. Allo stesso tempo avevamo ipotizzato un girone che si sviluppava lungo la dorsale adriatica comprendendo le sei rappresentanti pugliesi, oltre alla Napoli Barrese, due laziali a sud di Roma e le tre abruzzesi: anche in questo caso gruppo da 12 con la buona pace di tutti.
Insomma, a nostro avviso, valutando tutti gli aspetti connessi soprattutto all'organizzazione, alle tempistiche di viaggio e alla questione-spese, sarebbero state le due soluzioni che avrebbero ottimizzato alla perfezione ogni tipo di ragionamento. E continuiamo a credere ciecamente che questa sia la vera panacea di un problema che altrimenti andrebbe a innescarsi e a deflagrare se la voce sopra riferita, ossia della possibilità che venga partorito un girone con pugliesi e siciliane, prenda realmente forma.
Un autentico bagno di sangue, con trasferte inenarrabili: basti pensare che per coprire la distanza tra Molfetta e Canicattì, ossia 700 chilometri, Google Maps alla mano, una vettura impiegherebbe qualcosa come otto ore e mezzo, figuriamoci quanto tempo occorrerebbe a un pullman con tanto di soste obbligatorie e trasbordo sullo Stretto (occhio e croce oltre 14 ore!). Poi ci sommiamo i problemi di occupazione dei giocatori che hanno un impiego, chiamati a rinunciare al venerdì lavorativo per partire di buon'ora, per raggiungere la destinazione sistematicamente in tarda serata, giocare il sabato pomeriggio e ripartire subito dopo per far rientro in sede la domenica per l'ora di pranzo. Aggiungiamo anche i costi del pernotto, dei pranzi e delle cene: insomma, un'odissea bell'è buona!
La risultante di tutto questo? L'incremento dei costi che le società siciliane e pugliesi sarebbero chiamate a sostenere, calcolati in non meno di 20000 euro, che andrebbero a incidere pesantemente non solo sul budget ma anche sulla programmazione tecnica, limitando le potenzialità dei roster da mettere in campo. Una situazione davvero insostenibile, che si può ottimizzare non solo usando la ragione ma anche una bella dose di buon senso, lasciando da parte le stucchevoli giustificazioni dei criteri geografici che lasciano il tempo che trovano davanti a quelle che sono condizioni di disagio evidenti.
Sappiamo che le società stanno discutendo il da farsi, affinché possano ottenere dalla Divisione un trattamento equo. Ma soprattutto per far valere un principio statuito dall'articolo 19 (LEGGI QUI A PAGINA 19) del Regolamento della Lega Nazionale Dilettanti: "La Divisione Calcio a Cinque, che ha sede in Roma, è formata dalle Società disputanti i Campionati nazionali e dai Responsabili regionali". E adesso alzi la mano chi obietta il contrario...
o.c.