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29/04/2025 20:24

Toscana, le pagelle di Izzo: "Bene Le Crete e San Giovanni. Ma bisogna investire in tecnici e vivai"

Prima portiere, poi allenatore, con la vocazione per la consulenza sportiva che fa di Alessandro Izzo un profondo conoscitore del futsal specificatamente della Toscana. Lo abbiamo incontrato nei giorni scorsi: la stagione che si sta avviando alla conclusione l’hae trascorsa praticamente alla finestra. Ma non lo vogliamo definire un anno sabbatico, piuttosto un anno di riflessione per pianificare il futuro, che gli ha permesso di seguire da una posizione privilegiata l’attività del calcio a cinque toscano tanto in ambito nazionale quanto regionale. 


“Il mio futuro? Sono onorato del seguito che ho fuori regione, il mio ‘problema’ è rappresentato dagli impegni lavorativi ed istituzionali (è consigliere comunale a Piombino, n.d.c.), vediamo che succederà”.


Ma è proprio dal regionale che partiamo nella nostra chiacchierata, puntando subito il focus su quel San Giovanni che è stata la società che Izzo ha seguito con maggior attenzione e i suoi successi gli hanno sicuramente suscitato delle emozioni particolari, avendo inizialmente avuto… mani in pasta. 


“In realtà credo sia stato un autentico capolavoro, forse un miracolo sportivo. Il San Giovanni, il 15 luglio dello scorso anno aveva due soli giocatori nella rosa della prima squadra, Bossini mi dette assoluta carta bianca e in un solo mese abbiamo costruito una rosa molto forte, con un budget decisamente contenuto al cospetto del valore dei ragazzi. Avevo promesso un titolo ed è arrivato con la conquista della Coppa Italia regionale della Toscana, di arrivare alle Final Eight di Coppa Italia e siamo arrivati secondi, di arrivare tra le prime cinque in campionato e abbiamo vinto i playoff. E’ stato tutto ampiamente rispettato: a me piace mantenere le promesse e senza dubbio questa stagione rimarrà per sempre nella storia per il San Giovanni”.


- Quali sono stati i segreti dei grandi risultati ottenuti quest'anno dal club di Bossini?


“I successi del San Giovanni hanno sicuramente emozionato, quando fai la storia non può essere altrimenti. I ragazzi sono stati stoici a tratti, da una rosa molto lunga sono passati a giocarsi partite decisive con soli cinque giocatori di movimento e sono stati encomiabili. I segreti? Merito a Bossini per avermi dato carta bianca, non è mai facile per un presidente ma lui l’ha fatto. La rosa allestita ha qualità altissima, pensate che inizialmente ne facevano parte anche Rodrigo, Milito e Arcuri: un’autentica corazzata. Sapevamo che all’inizio ci sarebbero state delle difficoltà poiché il gruppo era completamente nuovo, ma una volta trovata l’amalgama è stato tutto in discesa”


- Il "tuo" Atlante Grosseto sta sfidando il Prato nei playoff di Serie A2. A prescindere dal risultato dell’andata, secondo te, chi delle due ha le maggiori possibilità di andare lontano lungo la strada che conduce in Elite?


“La rosa del Grosseto è fortissima. Atlante e Fabrica erano senza dubbio le più forti del campionato  anche se il Russi partiva da un progetto consolidato e alcuni giocatori davvero forti. Il Prato ha in Berti il giocatore più decisivo di tutte le Serie A2, uno che aveva alto minutaggio in Serie A, non dimentichiamolo mai. Nei due match di campionato Grosseto è stato superiore, in casa perse ma fu sfortunato anche se i meriti del Prato ci furono; al ritorno non c’è stata storia. Premesso che in un derby può succede di tutto vedo il Grosseto favorito per la qualità e la lunghezza della rosa. Ovviamente non voglio sminuire il Prato che rappresenta la storia del calcio a cinque in Toscana”.


- All'inizio della stagione in molti mettevano le toscane tra le favorite del girone C di Serie B, invece è stato un trionfo delle emiliane. Solo l'Arpi Nova ha centrato i playoff, Boca, Prato e Mattagnanese sono uscite dai giochi, la Sangio è addirittura retrocessa e il Torrita deve vincere il playout per restare nella categoria. Cosa non ha funzionato secondo te nel rapporto con le squadre emiliane? E invece dove risiedono i meriti dell'Arpi Nova? Come giudichi Versilia e Mattagnanese?


“Effettivamente non mi aspettavo assolutamente questo trend, sapevo invece della forza della X Martiri e del Villafontana. Le toscane hanno fatto tutte un gran mercato, ad eccezione della Sangio che ha puntato sui giovani e sulla vecchia guardia, si è arresa troppo facilmente, anche se sul finale di campionato ha tenuto testa a tutte le squadre affrontate. Riguardo al Boca e’ molto difficile da spiegare, davo quasi per scontato i labronici sul podio: evidentemente c‘è stata qualche problematica a noi sconosciuta, altrimenti c’è da restare perplessi perché la società ha costruito una rosa top per la categoria, così come il Torrita, che ha operato tanto sul mercato con gli addetti ai lavori che parlavano, ad inizio stagione, di posizioni di vertice assicurate: gli auguro di cuore di salvarsi. Il Futsal Prato? Mi aspettavo esattamente quello che fatto. l’Arpi Nova ha puntato sulla vecchia guardia facendo però acquisti di assoluto valoreì: Cerri, Righeschi e Morganti sono eccellenze per la categoria. I meriti? Non hanno mai mollato nonostante un inizio molto difficile, la grande qualità prima o poi doveva uscire. Il Versilia è stato bravo a non farsi abbattere da un periodo negativo. La partenza razzo della Mattagnanese mi ha stupito così come la debacle, anche se il colpaccio di mercato più prolifico gli spetta comunque di diritto: lo spagnolo Noel Gomez è davvero bravo”.


- Le Crete in Serie B, il San Giovanni lo spera. Una pattuglia toscana che si allargherà nei campionati nazionali minori ma senza rappresentanti in quelli maggiori. Cosa manca alle società della regionale, secondo te, per arrivare a competere stabilmente nel futsal di vertice?


“Innanzitutto ci tengo a fare i complimenti al Le Crete, società che ha fatto tanti sforzi sul mercato e che alla fine è stata premiata, sono felice sopratutto per gli amici ed ex compagni di squadra Lucchesi e De Oliveira. Il San Giovanni credo che già ad oggi abbia tutti i requisiti per essere ripescato, dipenderà molto dalla volontà dei vertici societari, un campionato nazionale ha costi diversi. Cosa manca? Serve assolutamente investire nei settori giovanili, la mia Under 19 dell’Atlante arrivò tra le prime cinque d’Italia e fu costruita in un mese. Senza una costruzione giusta delle squadre Under non credo sia possibile arrivare ad obiettivi importanti. Serve inoltre lungimiranza e pensare ad ampio raggio, le amicizie non sono sinonimo di vittoria. Un consiglio? Investire sui tecnici”.