
16/07/2021 13:53
Torna
a casa Alberto Carobbi. Torna nella sua città natale, Bologna. Torna dove,
trent'anni fa, tutto è cominciato.
“Il
primo anno da allenatore - ricorda Carobbi - risale alla stagione ‘91-'92,
nella Harvey Bologna, dove, dopo una carriera nel calcio a 11, avevo esordito,
direttamente in serie A, nel calcio a 5. Sono seguite le esperienze a Roma,
Bologna (che ho riportato in A dalla B), Prato ed Augusta, che ha rappresentato
la consacrazione per me: con la prima squadra ho vinto la Coppa Italia e sono arrivato
nelle fasi finali sia del campionato di A che della Coppa delle Coppe. Sempre
lì mi è stata affidata la direzione dell'Under 21 e della Juniores, con le
quali ho vinto tutto, fra campionato e Coppe. La collaborazione con la
Nazionale è iniziata nell'anno di Prato ed è durata quattro anni: nel 2003
abbiamo vinto il campionato europeo e nel 2004 siamo arrivati secondi nel
Mondiale. Dopo la Sicilia è stata la volta di Napoli, quindi (sperando di non
aver dimenticato nessuno) Cesena, Forlì, Reggio Emilia, Imola e ancora Forlì. A
quel punto della mia carriera ho deciso di concentrarmi sul settore giovanile,
come direttore tecnico della Young Line e mister delle Rappresentative Allievi
e Juniores dell'Emilia-Romagna. Gianluca Matera mi ha convinto a tornare sulla
panchina di una prima squadra e con l'Imolese siamo volati dalla C1 alla A2.
Ora comincia l'avventura in Aposa e il fatto che sia qui a Bologna la connota
di un significato speciale”.
Allenatore
della prima squadra e direttore tecnico del settore giovanile: una nuova
allettante sfida in una carriera costellata da successi.
“Aposa
ha un grande potenziale, quanto a struttura, staff, idee, e si trova in una
piazza importante: a Bologna c'è tutto e noi dovremo essere bravi a ritagliarci
uno spazio. Servirà tempo per il reclutamento dei giocatori sul territorio e
per portare il pubblico in tribuna: ci aspetta tanto lavoro, ma, col metodo
giusto, ci riusciremo. Si parte dal settore giovanile: abbiamo un'Under 17, ma
vorremmo creare un'Under 15 e una Scuola Calcio. L'Under 19 è un gruppo
interessante, con esperienza nel campionato nazionale e che potrà contare su
alcuni dei ragazzi ex-Imolese. La squadra cadetta lavorerà a stretto contatto
con la prima squadra: chi lavorerà bene, potrà giocare in B." Fra l'altro
anche la prima squadra verde-nera sarà dichiaratamente giovane, per non dire
giovanissima: l'optimum per un formatore di professione. "Al momento il
più vecchio è un '98, mentre il più giovane un 2004. È indubbio che un gruppo
così giovane comporti alcuni rischi, ma vedo tanta qualità in questi ragazzi.
Bisogna dare una possibilità ai giovani: è ciò che serve ad un movimento che
deve rimettersi in moto. Considera che nell'ultima, difficilissima stagione (e
vorrei fare i complimenti alle società e ai ragazzi che hanno portato a termine
i campionati), il settore giovanile ha subito una battuta d'arresto: stop al
reclutamento e fasce d'età 2003 e 2004 fortemente penalizzate. Tuttavia,
quest'anno, l'inevitabile ridimensionamento dei budget delle prime squadre
potrebbe essere l'occasione per dare spazio ai giovani: dalla B, soprattutto,
potrebbero emergere talenti”.
Per
mister Carobbi il 2021 è un anno speciale anche per un altro motivo: spegne
sessanta candeline. Inevitabile la domanda: il segreto per restare giovani?
“Credo
che il segreto sia proprio stare in mezzo ai giovani. I ragazzi trasmettono
tanta energia e, seppur richiedano molto lavoro in termini di formazione, se
trovi la chiave giusta ti ripagano con grandi soddisfazioni sul campo. Sono
'spugne', assorbono quello che insegni loro: vederli crescere, sapendo che hai
inciso sul loro percorso, ti dà lo stimolo a continuare. Voglio ringraziare l’Aposa
e il suo presidente (che spero di vedere sugli spalti in tutte le partite) per
quest'opportunità, che mi consente di tornare in panchina dopo un'annata di
'pausa'. Sono diventato vecchio - conclude Alberto Carobbi - facendo il
mestiere che amo: un grande, grandissimo privilegio”.
Stefania Avoni
Ufficio Stampa Aposa