
18/02/2023 12:31
Sembrerà una cosa normale, ma andando al nocciolo della questione ci si accorge che potrebbe essere uno dei punti di svolta per uniformare una volta per tutte i regolamenti del campionato di Serie C1. Stiamo parlando della deliberazione, da parte del consiglio direttivo del Comitato Regionale della Sicilia, che ha formalizzato l’introduzione del tempo effettivo di 20’ per tempo a partire dalla prossima stagione sportiva. Per molti, come detto, potrebbe apparire una scelta di opportunità, atta ad uniformare il tempo di gioco alla stregua dei campionati nazionali, ma in effetti non è proprio così.
La volontà di passare al tempo effettivo era stata già sperimentata a Patti, a metà gennaio, in occasione della Final Four della Coppa Italia regionale. Esperimento poi tradotto dal responsabile del calcio a 5, Massimiliano Birchler, in un sondaggio che ha evidentemente ottenuto una vastità tale di consensi che il progetto di trasformazione del crono è stato presentato al vaglio della massima assise regionale e votato pressochè all'unanimità.
Viene da chiedersi, tuttavia, il motivo per il quale l’introduzione del tempo effettivo in Sicilia può essere considerata una sorta di pietra angolare in campo regolamentare. Molto semplice: la Sicilia è una delle regioni apicali del futsal italiano e la presenza ai vertici di un presidente carismatico quale Sandro Morgana rappresenta una certificazione di alto livello per il cambio di marcia che ci si aspetta venga impresso al futsal regionale. Quindi, un provvedimento apparentemente normale, letto da questa ottica diventa un punto di partenza per prendere in mano l’argomento delle riforme che sono necessarie per omogeneizzare sul piano normativo il più complesso dei campionati di futsal.
La Serie C1 (o semplicemente Serie C in regioni come la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e il Molise) ha necessità di sposare una regolamentazione che, ripetiamo, deve essere unica per tutti e agganciata a quelle che sono le regole del gioco alle quali le società che otterranno la promozione, dovranno riferirsi nella stagione di approdo nel nazionale. Ogni campionato, oggi, viene programmato sulle regole determinate dal Comitato Regionale di appartenenza, che sono diverse da un comitato all’altro, tanto sul tempo di gioco, quanto sull’impiantistica per finire alle regole di impiego dei giocatori, tutte situazioni che puntualmente creano problemi alle società interessate nel momento in cui queste confluiscono nelle competizioni a carattere nazionale, come la Coppa Italia di Serie C oppure i playoff tra le seconde classificate, che si svolgono con i regolamenti della Divisione Calcio a 5, trattandosi evidentemente di attività agonistica ufficiale organizzata a livello istituzionale.
Non vogliamo entrare nel merito dei rapporti tra la Divisione e le strutture periferiche, ma la necessità di arrivare quanto prima ad una uniformità regolamentare è uno degli aspetti essenziali per far si che la disciplina venga disputata con regole certe dettate dal palazzo centrale e che gli stessi uffici regionali devono applicare svincolandole e rendendole indipendenti da quelle territoriali. Aspettando con fiducia il giorno in cui il calcio a 5 si trasferirà integralmente sotto le ali della Divisione Calcio a 5, che riteniamo l’unico organo federale in grado di poter gestire la disciplina a tutti i livelli.
E in proiezione di questo passo, il tempo effettivo che dalla prossima stagione verrà applicato in Sicilia va considerato una pietra miliare fondamentale per il calcio a 5 che verrà (speriamo presto).
Nella foto (Monreale News): il presidente del C.R. Sicilia, Sandro Morgana, e il responsabile regionale del calcio a 5, Maximiliano Birchler