
14/09/2023 20:30
Comincia tra le mura amiche la seconda stagione del Pupi Verona in Serie C1 veneta. La compagine scaligera, infatti, domani sera accoglierà l'Atletico Conegliano neopromosso nel massimo campionato regionale, squadra che in passato venne allenata da Alessandro Donisi, il nuovo tecnico del Pupi che è questa estate ha ereditato la panchina da Gianluca Cappellato. Proprio con il neoallenatore dei veronesi abbiamo scambiato due parole a poco meno di 24 ore dall'inizio della nuova edizione della C1.
- Quali sono le tue sensazioni alla vigilia dell'esordio ufficiale sulla panchina del Pupi? Esordio che inoltre avviene in casa e con il Conegliano, una delle tue ex squadre...
"La sensazione principale è di curiosità nel tornare a cimentarmi in una categoria dalla quale manco da tanti anni. Affrontiamo una squadra che ha fatto molto bene lo scorso anno e che si è rinforzata. Sarà gara tosta, come lo è di per sé tutto il nostro inizio di campionato".
- In che condizioni si presenta la squadra in vista dell'inizio di campionato?
"Credo sia difficile per tutti arrivare alla prima giornata al top della forma. Cercheremo di arrivarci nel migliore dei modi, ma resto convinto che ci sia molto da lavorare".
- Considerato il mercato compiuto e il lavoro svolto finora, come si colloca il Pupi, almeno nelle giornate di campionato, all'interno delle gerarchie di questa C1?
"Il nostro mercato non è stato altisonante: nessun nome importante e nessun giocatore da categorie superiori. Abbiamo cercato di trovare giocatori funzionali a ciò che già c'era. Credo che le favorite alle fine siano due-tre. Spero che noi possiamo far parte di quella schiera di squadre pronte a inserirsi se una delle tre dovesse avere contraccolpi. Noi giocheremo, come mentalità impone, di vincere ogni partita, ma credo che vi siano squadre che per investimenti fatti e campionati passati, debbano partite necessariamente favorite".
- Una curiosità: cosa ti ha spinto ad accettare questa estate la proposta del Pupi?
"Quest'anno per questioni lavorative mi era impossibile accettare proposte nei campionati nazionali lontano da Verona. Anzi, voglio cogliere l'occasione per ringraziare chi mi ha contattato. Senza contare che collaboro con due squadre professionistiche di calcio, l'impegno sarebbe stato eccessivo. Detto questo, la chiamata della società è stata inaspettata, ma mi è stato prospettato un ruolo a 360 gradi che coinvolga la scuola calcio, un progetto biennale di crescita, e persone a modo e competenti, cosa dei quale sentivo la mancanza. A volte non conta la categoria, conta la grandezza della sfida. Non mi è stato chiesto di vincere, ma di crescere: è una sfida e l'ho accettata volentieri".
l.m.