
08/01/2025 23:27
La vittoria nella Supercoppa Under 19 di Catania ha confermato la validità e la bontà del progetto giovanile impostato dall'Olimpus e proseguito dalla Roma 1927. Un progetto che si sta consolidando con il passare del tempo, ma che ha soprattutto trovato un terreno fertile sul quale attecchire in quel di Roma Nord, dove il lavoro certosino del club capitanato da Andrea Verde sta producendo frutti davvero importanti, già riscontrabili nell’impiego dei tanti giovani provenienti dal vivaio che trovano un sempre maggior spazio nelle rotazioni di Daniele D’Orto in Serie A.
Ma quali sono le peculiarità sulle quali il sodalizio capitolino ha pianificato questo percorso nel tempo? Il direttore generale Alessandro Angelucci, uno dei punti di riferimento della Roma 1927, lo spiega con chiarezza.
“La vittoria di Catania nella Supercoppa Italiana Under 19, dopo scudetto e Coppa Italia, è la conferma della validità di questo percorso intrapreso da due anni con grossi sacrifici ed investimenti, che hanno portato alla creazione di un convitto professionistico, staff tecnico e dirigenziale come quello della prima squadra. Abbiamo iniziato un percorso formativo di altissimo livello coinvolgendo giocatori giovani quasi tutti minorenni e provenienti dalle migliori realtà di futsal italiano. La peculiarità principale è la formazione, la crescita sportiva e l'inserimento di tali profili anche nella massima serie nel corso degli anni. Giocatori come Borolo, Seferi e Alciati, una volta usciti dall'organico della Under 19 sono riusciti ad inserirsi, per meritocrazia, nella rosa della Serie A. Quindi i risultati ottenuti nella categoria sono solo la conseguenza del grande lavoro svolto dal tecnico Reali e dal suo staff tecnico-dirigenziale”.
- Coppa Italia, scudetto e Supercoppa: i risultati di un gruppo vincente che possiamo dire è ufficialmente proiettato verso un futuro importante?
“Aver vinto tutte e tre le competizioni nella stessa stagione anche con giocatori diversi e piu piccoli di età, è motivo di orgoglio per tutti noi ed è un onore, adesso con lo scudetto e la coccarda sul petto, rappresentare la A.S. Roma nel futsal italiano. E quindi il lavoro svolto si proietta assolutamente su un futuro di grandi soddisfazioni”.
- E' stata la prima volta con il nome di Roma 1927. Già l'accorpamento aveva aperto la strada a un progetto decisamente qualificato, la vittoria di Catania quali ulteriori impulsi può dare al programma della società?
“Eessere annoverati ufficialmente e far parte della A.S. Roma in questa disciplina non è stata una decisione presa all'ultimo momento ma il presidente Verde ed il vice-presidente Serafini, insieme alla massima dirigenza, hanno lavorato con non poche difficoltà per far capire alla società professionistica di Trigoria le potenzialità che questo sport può avere per l'immagine ed il nome dei colori giallorossi della città che rappresentiamo. L'input di questa operazione deve essere da stimolo per altre società del calcio a 5 nazionale ad entrare negli organici di società di calcio a 11 professionistiche. Sarebbe una sinergia indispensabile per tutto il movimento”.
- Una domanda più generale non può non essere rivolta sul capitolo formativo. Si è più volte detto che l’articolazione dell’attività minore attuale limita la maturazione dei giovani che arrivano parzialmente formati alla fine del loro percorso giovanile. Cosa serve per crescere in questo ambito rendendo assolutamente funzionale il percorso di crescita dei giovani alle necessità delle prime squadre?
“Rispondo con una mia idea strettamente personale: i giocatori bravi e di prospettiva che fanno un percorso di crescita devono cominciare ad avere minutaggio in campo anche nella massima serie. Dipende tutto dal loro impiego e dai loro allenamenti eseguiti con i senior. Ci vuole coraggio e pazienza di farli crescere, senza però bruciarli al primo errore che commettono. Vedo che se i senior sbagliano nessuno dice niente, ma se prendi gol perchè un giovane sbaglia… allora si comincia a dare giudizi negativi. O a questo tipo di progetto si fa seguito con impiego intelligente e costante dei ragazzi più meritevoli o è inutile perseguire tale obiettivo. Di questo ne beneficerà anche la Nazionale di categoria. Per questo abbiamo iniziato lo stesso percorso anche con Under 17 e Under 15 per creare una filiera di crescità con quattro/cinque anni di preparazione ad alti livelli. Tutto questo deve essere accompagnato da un progetto di sostegno da parte della Divisione Calcio a 5 alle società virtuose che investono sui ragazzi giovani come noi, vedi la Meta Catania, il MestreFenice, la Lazio C5, lo Sporting Altamarca, il Lecco e la L84. Vedo invece che si tende a difendere la poca voglia di quelle società che non vogliono investire sui ragazzi giovani: e sarebbe un errore imperdonabile”.
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