03/04/2025 09:00

Marco Polo, per Bellomo il salto in B con la maglia numero 4 addosso: "E' il numero di mio padre"

Di promozioni ne ha fatte tante... e di successi ne ha ottenuti altrettanti. Ma quando uno è vincente è vincente, c’è poco da aggiungere.

Così il salto di categoria del Marco Polo, arrivato con la vittoria contro la Marca Futsal venerdì scorso è solo l’ultimo dei tanti traguardi raggiunti da Erick Ringis Bellomo, pivot italo-brasiliano che ha dato il suo importante contributo a questa trionfale stagione dei Leoni veneziani.

E lo ha fatto indossando una maglia a lui molto cara. Quel 4, a cui lui è legato in ricordo del padre. Una storia che ha svelato solo alla fine del campionato, quando è stato il momento di festeggiare e ha chiesto al direttore generale Riccardo Martone di poterlo tenere per sé. 

“Sì, non sapeva nessuno questa storia. Anzi una persona sola, Michele Bordignon, quando ero al Città Di Mestre, perché alla fine mi aveva chiesto perché avrei voluto indossare quello che era il suo numero, il numero del capitano - rivela in esclusiva al nostro sito il pivot del Marco Polo. - È un numero a cui ho sempre tenuto perché era quello di mio padre, che non ha mai giocato ad alti livelli, ma che è stato fondamentale per la mia carriera. È sempre stato lui a seguirmi ovunque, a sostenermi e a darmi coraggio. A farmi diventare un giocatore, perché quello era il suo sogno. Quando siamo piccoli non ci rendiamo conto dei tanti sforzi che fanno i genitori, poi quando cresci realizzi quanto hanno saputo darti. Glielo dovevo”.

Con questa maglia hai, quindi, portato a casa un’altra promozione, dopo un bel percorso che avete però anche rischiato di compromettere.

“In un campionato ci sono sempre tre, quattro squadre che possono lottare per la vittoria finale. Quest’anno è capitato con lo Jesolo, che poi quando si è rinforzato, ci ha fatto capire che non avremmo più potuto permetterci di perdere punti. Ma il distacco è sempre stato come un elastico e solo quando gli jesolani sono caduti a Tombolo con il Godego, ci siamo resi conto che avevamo due match point. I punti alla fine non mentono ed è un successo meritato. Ma non è un successo che arriva all’improvviso, ma con un lavoro che il Marco Polo ha avviato da molti anni e che adesso ha raccolto i suoi frutti”.

Alessandro Torre